Al via le prove di ammissione ai corsi ad accesso programmato a livello nazionale. Si comincia stamani con i test d’ingresso per medicina e odontoiatria. Gli aspiranti camici bianchi sono 66.907 (erano 62.695 nel 2016). Il test è unico. I posti disponibili a Medicina e Odontoiatria sono circa 10.000 (9.100 per Medicina e 908 per Odontoiatria). Nei prossimi giorni toccherà agli altri corsi di laurea.
Domani, 6 settembre, è prevista la prova per Medicina Veterinaria mentre è fissata per giovedì 7 quella per le aspiranti matricole per i corsi di Architettura. Mercoledì 13 settembre sono previsti i test per le Professioni Sanitarie. A seguire, giovedì 14 e venerdì 15, le selezioni, rispettivamente, per i corsi per Medicina e Chirurgia in lingua inglese e per Scienze della Formazione Primaria.
Protestano i giovani aspiranti medici per un nuovo taglio da 9224 a 9100 posti,dichiara Andrea Torti, Coordinatore di Link – Coordinamento Universitario- . La progressiva riduzione è inaccettabile e va a ledere ulteriormente il diritto allo studio, già colpito da un test assolutamente iniquo”. Davanti ad Ortopedia, all’Università La Sapienza di Roma, e davanti ad altri atenei italiani, si è tenuto un flash mob degli studenti che contestano il numero chiuso.
Ecco il profilo di chi si appresta ad affrontare il temuto test d’ingresso alla facoltà di Medicina, secondo una web survey di Skuola.net, effettuata su 1000 ragazzi che proveranno a essere ammessi a questo corso di laurea ad accesso programmato nell’anno accademico 2017-2018.
Sarà per la difficoltà di entrare in graduatoria in buona posizione, sarà per la concorrenza spietata, sarà per i pochi posti a disposizione (alla fine entrerà circa solo 1 su 7), sta di fatto che tra gli studenti universitari forse nessuno come una futura matricola della facoltà di Medicina e Odontoiatria vive la vigilia dei quiz in maniera così competitiva. La passione sembra essere il motore che muove tutto, almeno per più di 6 studenti su 10 (il 62%). Solo il 25% ci prova guardando al futuro: il 13% per gli sbocchi lavorativi che offre, il 12% per le prospettive di guadagno. Tuttavia la caratteristica che contraddistingue di più l’aspirante medico è la costanza.
A parte quelli che hanno appena preso il diploma e che per forza di cosa proveranno a passare i test d’ingresso per la prima volta (sono il 68% del campione), gli altri sono quasi tutti ‘ripetenti’ e ci proveranno un’altra volta dopo i fallimenti degli anni scorsi: la maggioranza di loro è già studente universitario, ma proviene da un altro corso. Tra quelli che non sono freschi di maturità, infatti, ben il 69% è al secondo tentativo; a cui bisogna aggiungere un 14% addirittura alla terza opportunità; mentre solo per il 17% di loro si tratterà di una novità.
Se i test dovessero andare male l’alternativa è già pronta: iscriversi ad un’altra facoltà (magari di un’area didattica simile come, ad esempio, biologia) in attesa di ritentare la fortuna l’anno prossimo. Seguirà questa strada il 57% dei delusi. L’11%, invece, si prenderà una pausa dall’università ma si ripresenterà comunque tra dodici mesi. Il 6% proverà a intraprendere la stessa carriera ma all’estero. Solo il 18% dirà basta, rinunciando per sempre al sogno di diventare medico. Comunque quasi 9 ragazzi su 10 sono pronti a fare ricorso se dovessero accorgersi che qualcosa, durante le prove, non sarà stata fatta secondo le regole: il 49% si opporrà anche di fronte alla minima infrazione, il 39% ricorrerà solo per palesi irregolarità. Appena i 12% accetterà passivamente il responso, qualsiasi esso sia. Forse perché arrivare preparati all’appuntamento gli è costato sudore e denaro. Quasi un terzo dei candidati (il 31%) ha iniziato a studiare tra i 7 e i 9 mesi prima. E un quinto di loro (il 20%) ha speso più di 500 euro tra libri specializzati (36%), corsi di preparazione (25%), simulazioni online (27%) e lezioni private (6%).