Unoni civili e utero in affitto

La maternità surrogata, o utero in affitto, è la pratica in cui una donna sceglie di prendersi a ‘carico’l’intera gravidanza e parto per conto di una coppia, etero o omosessuale che sia, dietro un compenso. A seconda della coppia si vede se fare l’omologa o l’eterologa, dove essa sia permessa secondo la legislazione. La surrogazione omologa sarebbe in sostanza l’uso dei gameti, ovulo e spermatozoo, della coppia eterosessuale, mentre la surrogazione eterologa è invece l’uso anche di gameti che non appartengono entrambi alla coppia eterosessuale. La surrogazione eterologa è utilizzabile anche per gli eterosessuali tramite la donazione di ovuli da donatrici. La surrogazione la possono fare tutti indipendentemente, siano essi una coppia gay o etero, senza differenza. Ogni stato ha una legislazione diversa al riguardo e ci sono stati che lo ‘accettano’ solo per coppie etero sposate, altre che accettano anche coppie gay e altri in cui possono farla anche single. Ci sono stati che invece la rifiutano in ogni modo. Nel caso coppie gay negli stati in cui è legale anche il matrimonio gay è riconosciuto come figlio di entrambi, mentre negli stati in cui non è legale il matrimonio gay viene solo riconosciuta la madre biologica. La maternità surrogata non è solo un modo per trasformare le donne in oggetto, ovvero incubatrici viventi, in cui ciò che vuole lei non conta più perchè il suo utero è ufficialmente diventato proprietà altrui, ma è un modo per commercializzare la vendita di esseri umani come merce. Quanto detto è solo una piccola parte di un immenso iceberg su questa pratica e le sue problematiche. La maternità surrogata è già vietata dalla legge 40. Ma diventa aggirabile e molti Paesi la permettono. ‘In Italia potremmo individuare un accordo per un’intesa europea che abbia una prospettiva internazionale, anche con intese bilaterali. Alcuni senatori del Pd ci stanno già lavorando’, dice la senatrice cattolica del Pd Emma Fattorini, autrice dell’emendamento al ddl Cirinnà che non equipara unioni civili e matrimoni. C’è una condanna condivisa dell’uso del corpo della donna come incubatrice. E non è una prerogativa, come un certo pensiero unico vorrebbe certificare, di posizioni cattoliche integraliste. Il movimento femminista francese è contrarissimo cosi come un pensiero laico più avvertito e sensibile. ‘L’utero in affitto rappresenta obiettivamente la pietra angolare dei futuri percorsi dell’uomo. Accettarlo di nome o anche solo di fatto significa separare le nascite dagli elementi procreativi di una relazione affettiva, accettare il commercio dell’umano contro la nostra tradizione solidale e la selezione della specie, superare la diversità genitoriale. È davvero paradossale che dopo le doverose mobilitazioni contro il turismo sessuale o il lavoro minorile, molti di coloro che le hanno enfatizzate non avvertano l’analogo dovere di proteggere le madri costrette dal bisogno a partorire e a consegnare il loro figlio. Per non dire dei diritti dei minori. Di qui una norma decisiva nel ddl sulle unioni civili per rendere effettivo il divieto della maternità surrogata applicandolo all’utilizzatore e per definire i diritti delle madri e dei figli. Finalmente il confronto e’ arrivato al cuore del problema anche perché lo stesso matrimonio e’ voluto quale suo presupposto’ dichiara in merito Maurizio Sacconi.

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