Urne aperte in Gb

Urne aperte in Gran Bretagna. I britannici sono chiamati ad eleggere la nuova Camera dei Comuni: la decisione di sciogliere anticipatamente la legislatura (la scadenza naturale era il 2020) è stata annunciata dalla premier Theresa May lo scorso 18 aprile.

A pesare nel giudizio degli elettori, oltre al messaggio politico della May, incapace di suscitare entusiasmo in un Paese ‘stanco’ di dover andare alle urne con una frequenza inedita, la drammatica ondata di attentati che hanno sconvolto Manchester e Londra. Sul voto pesa come un macigno l’incognita terrorismo. Il momento è critico, ammette la premier conservatrice Theresa May.

 I seggi sono aperti in tutto il Paese dalle 7 (le 8 in Italia) e chiudono alle 22 (le 23 in Italia). Il conteggio dei voti inizierà entro le 2 del mattino (le 3 in Italia) del 9 giugno.

I candidati che si contenderanno i 650 seggi della Camera dei Comuni sono 3.304, in calo rispetto ai 3.631 delle elezioni del 2015. I Conservatori si presentano in 637 collegi, i Laburisti in 631 e i Liberaldemocratici in 629. L’Ukip si presenta solamente in 377 collegi (nel 2015 presentò 624 candidati).

In calo anche i candidati dei Verdi, 468 rispetto ai 573 delle precedenti elezioni. Lo Scottish National Party si presenta in tutti i 59 collegi elettorali in Scozia, mentre il partito gallese Plaid Cymru concorrerà in tutti i 40 collegi del Galles. In Irlanda del Nord si presentano 109 candidati per i 18 seggi in palio.

I deputati della Camera dei Comuni vengono eletti in collegi uninominali con il metodo ‘first-past-the-post’. Questo significa che ciascun collegio elettorale (constituency) elegge un singolo parlamentare. In ogni collegio viene eletto il candidato che ottiene più voti.

I favori dei sondaggi restano per il Partito Conservatore di Theresa May, ma i Laburisti di Jeremy Corbyn hanno dato segni di ripresa. Alla Camera dei Comuni uscente i Tory avevano 331 deputati (36,9% nazionale), il Labour 232 (30,4%), gli indipendentisti scozzesi dell’Snp 56, i LibDem 8.

IL PROGRAMMA DEI TORY

Britain’s Prime Minister Theresa May speaks at the Richard Herrod Centre in Carlton, England, during the election campaign trail, Wednesday May 10, 2017. Britain goes to the polls in a general election on Thursday June 8. (Chris Radburn/PA via AP)

Il punto centrale del programma conservatore è offrire al Paese una leadership forte e stabile nei negoziati sulla Brexit e oltre per affrontare le sfide che il Regno Unito ha di fronte nei prossimi dieci anni. I conservatori vogliono uscire dal mercato unico europeo e dalla Corte europea di giustizia, e controllare direttamente l’immigrazione in Gran Bretagna al fine di ridurre gli ingressi al di sotto dei 100 mila l’anno.

 Dopo gli attacchi terroristici di Londra e Manchester è stato promesso un inasprimento delle misure di sicurezza riguardanti i potenziali terroristi e gli estremisti. Potrebbero essere riviste anche le leggi riguardanti i diritti umani.

Nell’ambito del welfare è stato promesso un investimento di 8 miliardi l’anno in più per il settore sanitario e di 4 miliardi nell’istruzione. Il governo è stato criticato per la proposta di far pagare l’assistenza a domicilio agli anziani in base al loro reddito, con quella che è stata ribattezzata dai critici come ‘dementia tax’, e ha in parte rivisto l’iniziativa.

 In ambito fiscale è previsto entro il 2020 un aumento della quota di reddito non imponibile da 11.500 a 12.500 sterline e l’innalzamento dell’aliquota massima del 40% dalla soglia di 45 mila a quella di 50 mila sterline.

In ambito economico resta l’impegno a ridurre la corporation tax al 17% entro il 2020. Si vuole inoltre semplificare il sistema fiscale per le imprese e renderlo più efficiente. L’idea è quella di attirare imprese dopo la Brexit con una bassa tassazione e una burocrazia efficiente.

* IL PROGRAMMA DEL LABOUR

1. Lo slogan del manifesto laburista è ‘ai tanti, non ai pochi’. L’intento è di chiudere con l’austerità dei conservatori e inaugurare un nuovo corso con forti investimenti nel settore pubblico, in particolare sanità e scuola, per ridurre il divario fra la fascia più ricca e quella più povera della popolazione.

2. Sulla Brexit i laburisti rispettano il risultato del referendum e intendono condurre trattative costruttive con Bruxelles per arrivare ad un accordo che salvaguardi in primo luogo i posti di lavoro e l’economia britannica. Inoltre si punta a tutelare fin da subito i diritti dei residenti Ue nel Regno Unito.

3. In ambito fiscale oltre all’introduzione di una ‘Robin Hood tax’ sulle transazioni finanziarie, si punta all’ampliamento della platea soggetta all’aliquota più elevata a chi guadagna oltre 330 mila sterline l’anno. In generale l’incremento della pressione fiscale dovrebbe riguardare solo il 5% della popolazione, la fascia più ricca.

4. Si punta alla nazionalizzazione completa o parziale di diversi settori, fra cui ferrovie, società elettriche e idriche, Royal Mail.

5. Sul fronte immigrazione i laburisti vogliono introdurre forme di controllo ma non hanno definito dei tetti massimi agli ingressi come invece hanno fatto i conservatori.

Cocis

 

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