Di fronte al persistere dello stallo, alle ore 18,35, al termine delle consultazioni, il presidente Mattarella parla. Per otto minuti, riepilogando quanto accaduto dopo il voto del 4 marzo, ma soprattutto per mettere i partiti di fronte alla responsabilità di una scelta: l’Italia ha bisogno di un governo, o appoggiate un esecutivo neutrale ma con pieni poteri pronto a sciogliersi appena nascerà in Parlamento una maggioranza, oppure riportate i cittadini alle urne, ma esponendo a gravi rischi il Paese:
‘Nel corso delle settimane scorse ho svolto una verifica concreta e attenta di tutte le possibili soluzioni in un Parlamento contrassegnato da tre schieramenti, ognuno senza maggioranza. Due di essi dovevano trovare un’intesa. Tentativi non riusciti per una serie di indisponibilità, confermate questa mattina.
Nel corso dei colloqui di oggi ho chiesto se vi fossero altre possibilità. Ma non vi è alcuna possibilità di una maggioranza nata da un accordo politico. Esclusa la possibilità di un governo politico di minoranza. Credo che sia più rispettoso del voto degli italiani che a portare alle elezioni sia un governo non di parte. Ringrazio comunque il premier del governo dimissionario Gentiloni. Il suo governo ha esaurito la sua funzione e non può essere ulteriormente prorogato, in quanto espresso da una maggioranza parlamentare che non c’è più.
Quale che siano le decisioni che assumeranno i partiti, è doveroso dare vita a un governo. Continuo ad auspicare un governo con pienezza di funzioni, che permetta al Parlamento di svolgere le sue attività e di rappresentare pienamente l’Italia nelle importanti decisioni da prendere in Europa. Dai partiti, nei giorni addietro è venuta richiesta di altro tempo utile per raggiungere un’intesa. Ma nel frattempo, entrando nel merito delle scelte da fare, in mancanza di accordi, consentano i partiti che nasca un governo neutrale, di servizio. Laddove si formasse nei prossimi mesi una maggioranza, quel governo si dimetterebbe per far posto a un governo politico. Qualora non si formasse questa maggioranza, il governo neutrale si concluderà comunque a dicembre, per poi andare al voto.
L’altra ipotesi è un voto anticipato, ma si è sempre evitato di votare in estate. Si potrebbe fissare il voto in autunno, ma con la preoccupazione di non avere il tempo di elaborare e approvare la manovra finanziaria. Va considerato anche il rischio ulteriore della speculazione finanziaria sui mercati internazionali. E anche che, a legge elettorale invariata, si riproduca la stessa attuale situazione. Va tenuto anche in debito conto il tema dei tempi minimi per assicurare la partecipazione alle elezioni.
Sarebbe la prima volta nella storia della Repubblica che una legislatura si conclude senza essere neanche avviata. Scelgano i partiti, in Parlamento, tra queste soluzioni alternative. Un governo neutrale ma pienamente in carica fino al fine anno o nuove elezioni subito’.
Il presidente scioglierà la riserva sul premier incaricato della formazione del governo neutrale entro due giorni, poi si andrà a verificarne la fiducia in Parlamento.
La risposta di M5s e centrodestra a stretto giro. Luigi Di Maio su Twitter: ‘Nessuna fiducia a un governo neutrale, sinonimo di governo tecnico. Si vada al voto a luglio’. Poi, dopo la riunione congiunta dei gruppi: ‘L’assemblea ha votato sul ritorno alle elezioni ed è stata compatta, oltre 330 parlamentari. L’atteggiamento degli elettori cambierà, gli altri partiti hanno dimostrato di pensare solo ai proprio interessi, sono stati cinici e irresponsabili. Le liste per le nuove elezioni saranno probabilmente le stesse, la decisione finale spetterà comunque al garante, esclusi i massoni e coloro che non hanno restituito le quote di stipendio’.
Matteo Salvini: ‘O governo di centrodestra o voto in estate. Non c’è tempo da perdere, non esistono governi tecnici alla Monti, contiamo che Berlusconi mantenga la parola data e abbia la nostra stessa coerenza, poi gli italiani ci daranno la maggioranza assoluta e cambieremo l’Italia da soli’.
La data scelta per le elezioni viene fissata nel 22 luglio prossimo visto che lo scioglimento delle Camere non potrebbe avvenire prima di metà della prossima settimana e da quel momento dovrebbero passare come minimo 60 giorni per consentire il voto degli italiani all’estero. La prima domenica utile sarebbe allora quella del 22 luglio.
‘Sono consapevole che c’è un rischio astensionismo con il voto il 22 luglio e l’astensionismo è un dramma’, afferma il leader del M5S Luigi Di Maio ai microfoni di ‘Non Stop News’ , su Rtl 102.5, sottolineando come il ‘M5S’ cercherà di sensibilizzare gli elettori sull’andare a votare.
‘Noi non volevamo arrivare a questo, capiamo che il voto a luglio non ha precedenti’, aggiunge il leader del M5S che, a chi gli chiede se aggiungerà nuove priorità ai punti del programma elettorale, risponde: ‘Vogliamo aggiungere un risultato, l’abolizione dei vitalizi alla Camera. Se lo facciamo credo che avremo segnato un primo punto’.
‘A Di Maio e Berlusconi chiediamo: fate un passo laterale, andiamo da Mattarella tutti insieme e troviamo una soluzione politica’, afferma Gian Marco Centinaio, capogruppo della Lega al Senato, ai microfoni di Agora su Rai Tre: ‘Ammetto anche io che il 22 luglio è una data abbastanza rischiosa’.
La situazione politica ha fatto emergere tre ipotesi per una nuova consultazione elettorale, indicate dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella: votare a luglio, in autunno, oppure a dicembre. In tutti e tre i casi per gli italiani sarebbe una novità, perchè tra luglio e dicembre non si sono mai svolte elezioni politiche.
Non è mai successo nella storia dell’Italia repubblicana che ci fossero due elezioni politiche nello stesso anno. Le elezioni politiche più ravvicinate furono tra il 1992 e il 1996, quando si votò per tre volte in quattro anni: nell’aprile del 1992, dopo l’inzio dell’inchiesta di Tangentopoli e prima del crollo dei partiti tradizionali, nelle ultime elezioni con il sistema proporzionale puro in vigore dal 1946; nel marzo del 1994, quando vinse il centrodestra guidato da Silvio Berlusconi; nell’aprile del 1996 quando vinse la coalizione di centrosinistra guidata da Romano Prodi.
Antonella Di Pietro