Tasso di disoccupazione all’ 8,5%, con 200mila posti di lavoro in più. Si apre in positivo il 2012 per il presidente americano Barack Obama.”L’economia si sta riprendendo. Si sta muovendo nella giusta direzione e ha compiuto reali progressi: ora non dobbiamo fermarci, dobbiamo andare avanti”, afferma Obama, pronto a rivendicare i buoni risultati come frutto delle sue politiche, di una ricetta che funziona, con l’America che torna a girare spinta da una ripresa che lentamente acquista forza. Ma i candidati repubblicani alla Casa Bianca non aspettano a controbattere: i buoni risultati non sono merito del presidente. E, in ‘guerra’ fra di loro per le primarie, fanno fronte comune nell’attaccarlo.
L’economia sta “scavalcando” gli ostacoli che Obama ha messo sulla sua strada, afferma l’ex senatore della Pennsylvania, Rick Santorum. “Tre anni con Obama e ci sono ancora 1,7 milioni di americani in meno che lavorano rispetto a quando ha assunto l’incarico”, evidenzia l’ex speaker della Camera, Newt Gingrich. Il miglioramento osservato è dunque una buona notizia, ma il tasso di disoccupazione sopra l’8% è troppo alto: “Come presidente – rincara la dose l’ex governatore del Massachussetts, Mitt Romney, superfavorito nelle primarie repubblicane – rifiuterò di accettare che un’elevata disoccupazione sia la nuova normalità per la nostra economia”. Il settore privato è il motore della crescita dell’ occupazione Usa, con 212.000 posti di lavoro creati in dicembre. Positivo per il comparto anche il bilancio 2011, quando sono stati creati più posti di lavoro dal 2005. Lo scorso anno l’economia americana ha creato 1,6 milioni di posti di lavoro, il risultato migliore dal 2006, e il tasso di disoccupazione è sceso all’8,9% dal 9,6% del 2010.
Obama non nasconde la soddisfazione, ma non esulta: “Dopo aver perso più di 8 milioni di posti di lavoro con la recessione, è ovvio che abbiamo molto da fare. E’ però importante riconoscere che il settore privato negli ultimi 22 mesi ha creato 3,2 milioni di posti di lavoro, di cui 2 milioni solo lo scorso anno”. I segnali positivi dall’occupazione si vanno ad aggiungere agli altri provenienti dall’economia, dipingendo un quadro meno fosco rispetto a pochi mesi fa. Ma la cautela, sia da parte repubblicana sia da parte democratica, è d’obbligo: la ripresa americana è minacciata dalla crisi del debito dell’Europa, per la quale gli Stati Uniti attendono una soluzione definitiva. Inoltre, secondo le stime degli analisti, si assisterà a una frenata economica nella prima metà del 2012, dopo un’accelerazione alla fine del 2011. E il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) si prepara a ridurre le stime di crescita per l’anno.