Usa 2016: ‘Hillary vince le primarie a Washington’

Hillary Clinton ha vinto le primarie democratiche della capitale, con cui si chiude la stagione che precede le convention dei due partiti prima della campagna elettorale di novembre per la Casa Bianca. Lo affermano le proiezioni di vari media Usa. Con un terzo dei voti scrutinati, l’ex first lady e’ all’80% delle preferenze ma la maggioranza dei delegati per nomination l’aveva già conquistata nella precedente tornata di consultazioni. E’ previsto a Washington l’incontro con il suo rivale Bernie Sanders.  Per Sanders l’incontro servirà  a capire se può’ eventualmente sostenere la candidata democratica alla presidenza. Ha inoltre sottolineato che prima di prendere qualsiasi decisone vuole sapere se nell’agenda della Clinton sono previste una serie di riforme di tipo progressista, ad esempio l’impegno per la classe operaia e quella media, sanità per tutti, diritto allo studio per tutti: ‘Dopo aver discusso di questi argomenti  e dopo aver stabilito se c’e’ in programma una piattaforma progressista, deciderò la direzione da prendere’. Secondo quanto riferisce Politico, anche se il senatore del Vermont non si è ancora tirato fuori dalla corsa alla presidenza, dopo che il presidente Obama ha dato ufficialmente il suo appoggio alla Clinton, sembra che la sua posizione si sia ammorbidita nei confronti della sua sfidante. Faro’ di tutto,  ha aggiunto,  affinché Donald Trump non venga eletto presidente degli Stati Uniti. Hillary Clinton, da parte sua, punta il dito contro Trump e definisce vergognose le parole che il tycoon ha pronunciato circa Barack Obama in dichiarazioni dopo la strage di Orlando, lasciando intendere che il presidente è ‘dalla parte dei terroristi’. Sono parole, ha sottolineato Hillary che vanno ben oltre qualsiasi cosa che possa dire chiunque sia candidato per la presidenza degli Stati Uniti.  Imbarazzo anche tra i repubblicani. ‘Non credo che bandire i musulmani sia negli interessi del nostro Paese. Non credo rifletta i nostri principi’, ha detto lo speaker della Camera, il repubblicano Paul Ryan, distanziandosi ancora una volta dalle posizioni assunte dal candidato repubblicano Donald Trump. Questa guerra,  ha aggiunto Ryan,   e’ con l’Islam radicale. Non e’ una guerra con l’Islam. Anche Obama  condanna con fermezza la retorica anti Islam e anti immigrati del candidato presidenziale repubblicano  Trump, che tradisce i valori dell’America rilanciando la sua proposta di un bando dei musulmani in Usa. Il presidente americano  lancia la requisitoria più dura è domani andrà a Orlando per incontrare i sopravvissuti e i parenti della vittime. Trump sta propagando un atteggiamento mentale ‘pericoloso’ che rievoca i periodi più bui della storia Usa. Sentiamo discorsi che additano gli immigranti e suggeriscono che intere comunità religiose sono complici della violenza, ha esordito Obama, invitando a non cadere nella trappola di dipingere tutti i musulmani con una larga pennellata e sottintendere che siamo in guerra con una intera religione, facendo cosi’ il gioco dei terroristi: ‘Gli Usa sono fondati sulla liberta’ di fede, non ci sono test religiosi in America. Cominceremo a trattare tutti i musulmani americani diversamente? Cominceremo a sottoporli a sorveglianza speciale? Cominceremo a discriminarli per la loro fede?’, ha incalzato alzando il tono di voce e chiedendo se i dirigenti repubblicani sono d’accordo con questa visione. Ed evidenziando tra l’altro che il killer di Orlando, come quelli di San Bernardino, era un cittadino americano. Il vero nemico è l’Isis,  vantando i successi della lotta contro il Califfato ma invitando a non usare l’espressione ‘Islam radicale’ che Trump gli aveva rimproverato di non aver pronunciato, accusandolo quasi di connivenza e chiedendone le dimissioni: ‘Non c’e’ niente di magico in questa espressione, è un punto di vista politico, non una strategia’. Meglio invece concentrarsi su un giro di vite contro le armi facili, ha rilanciato, sfidando il Congresso ad agire.

Cocis

 

 

 

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