Usa 2016: ‘In Indiana vincono Trump e Sanders’. Cruz si ritira

Il senatore ultra conservatore del Texas Ted Cruz, il beniamino del Tea Party che si proponeva come l’unica alternativa a Donald Trump, ha annunciato il ritiro dalla corsa dopo essere stato sconfitto pesantemente nelle primarie dell’ Indiana da tycoon newyorchese: 52,8% a 36,9% con il 75% delle schede scrutinate. I riflettori sono tutti puntati sul ritiro di Cruz: ‘Sembra che la strada per la vittoria, si sia chiusa. Abbiamo dato tutto quello che avevamo, ma gli elettori hanno scelto un’altra strada e quindi con il cuore pesante ma con sconfinato ottimismo per il futuro a lungo termine della nostra nazione, sospendiamo la nostra campagna’. Nessun accenno al frontrunner, dopo il duro scambio di accuse nel giorno del voto, solo l’impegno a continuare la sua battaglia per la liberta’ e la costituzione. La sua e’ una sconfitta che brucia, perche’ aveva scommesso tutto sull’Indiana indicandolo apocalitticamente come un bivio cruciale per evitare che il Paese precipiti nell’abisso. E qui, in questo Stato del Midwest, poteva contare sull’endorsement del governatore locale Mike Pence, sullo zoccolo duro degli evangelici e sul campo libero lasciatogli da Kasich in una inedita alleanza contro il tycoon. Invece Trump e’ stato il solito ciclone, mettendo a segno una vittoria schiacciante, la settima consecutiva, conquistando oltre il 50% dei voti, a conferma che ormai e’ la scelta della maggioranza dell’elettorato repubblicano, come suggeriscono recenti sondaggi, e ha incassato quasi tutti i 57 delegati in palio, attribuiti con la formula del ‘winner-take-all’ (chi vince piglia tutto). Difficile ora che Kasich nelle prossime primarie gli impedisca di arrivare al numero magico di 1237 delegati. Il presidente della commissione nazionale del partito repubblicano Reince Priebus, pur avendo litigato con Trump sul sistema di assegnazione dei delegati, lo ha riconosciuto come il ‘presunto’ candidato Gop lanciando via Twitter l’appello ad unire il partito e concentrarci a sconfiggere Hillary Clinton. Appello subito raccolto dal re del mattone, dopo aver concesso l’onore delle armi al forte rivale Cruz per la sua decisione ‘coraggiosa’. Sul fronte democratico, Sanders coglie un successo importante sul piano dell’immagine, che premia la sua tenacia nel battersi sino all’ultimo voto e che rivela un elettorato ancora spaccato a meta’. Ma la vittoria non scalfisce il vantaggio incolmabile dell’ex first lady in termini di delegati, dato che anche gli 83 messi in palio dall’Indiana andranno divisi piu’ o meno a meta’ in modo proporzionale.

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