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E’ finita con forti, quasi violente proteste la visita di quello che ormai è il candidato virtuale repubblicano ala Casa Bianca, Donald Trump, a San Diego in California. Più di una decina di persone sono state arrestate. Migliaia di sostenitori e suoi avversari si sono scontrati all’esterno del centro congressi di San Diego dove si svolgeva un comizio del magnate newyorkese. Trump era nella città californiana al confine con il Messico in vista delle primarie del 7 giugno in California. Il lungo discorso di Trump è stato interrotto mentre all’esterno si scontravano manifestanti pro e contro il miliardario. Questo accadeva nonostante le forze dell’ordine avessero stabilito zone separate per ciascun gruppo. Dopo l’evento la polizia ha ordinato che la folla si disperdesse perché la manifestazione, che non era stata autorizzata, ha ordinato l’evacuazione della zona ma molti sono rimasti sul posto. A infiammare ulteriormente il clima gli attacchi di Trump, nel corso del suo comizio, al giudice Gonzalo Curiel, che si sta occupando del caso della Trump University. ‘Mi odia, è molto ostile, è messicano. Ci vediamo a novembre, anche da presidente. Il giudice Curiel dovrebbe vergognarsi. Il giudice è messicano e ritengo che alla fine i messicani mi appoggeranno’, sosteneva Trump, mentre fuori a protestare contro di lui erano soprattutto persone di origine messicana. Il magnate ha abbandonato l’idea di affrontarsi in un dibattito a due con Bernie Sanders: ‘Sarebbe inappropriato avere un dibattito con chi
finisce al secondo posto’.
Cocis
