epa07152302 People protest against US President Donald J. Trump giving Acting Attorney General Matt Whitaker oversight of the Special Counsel investigation into alleged Russian 2016 presidential election meddling, at Times Square in New York, New York, USA, 08 November 2018. Upon the request of US President Donald J. Trump, Jeff Sessions handed in his resignation as US Attorney General, 07 November, and Deputy Attorney General Rod Rosenstein will no longer oversee the federal Russia investigation. EPA/ALBA VIGARAY

Usa: hackeraggio russo fu più esteso

La commissione intelligence del Senato ha concluso oggi che i sistemi elettorali di tutti i 50 Stati Usa furono nel mirino di Mosca nel 2016, con azioni protrattesi dal 2014 al 2017, largamente non individuate dai dirigenti statali e federali. Su richiesta delle agenzie di intelligence, la commissione è stata costretta a coprire con omissis le sue scoperte, che sembrano andare oltre quanto riconosciuto finora dalle autorità federali. Lo scrive il New York Times. Nel caso dell’Illinois, “i cyberattori russi erano nella posizione di cancellare o cambiare i dati degli elettori” anche se non sono state trovare prove che lo fecero.

Il rapporto, il primo volume di una serie in merito alle indagini sulle interferenze russe nelle elezioni del 2016, arriva all’indomani del monito dell’ex procuratore del Russiagate Robert Mueller sulla persistenza della minaccia di ingerenze straniere e poche ore dopo che i repubblicani hanno bloccato un pacchetto di leggi per garantire la sicurezza del prossimo voto.

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