La commissione intelligence del Senato ha concluso oggi che i sistemi elettorali di tutti i 50 Stati Usa furono nel mirino di Mosca nel 2016, con azioni protrattesi dal 2014 al 2017, largamente non individuate dai dirigenti statali e federali. Su richiesta delle agenzie di intelligence, la commissione è stata costretta a coprire con omissis le sue scoperte, che sembrano andare oltre quanto riconosciuto finora dalle autorità federali. Lo scrive il New York Times. Nel caso dell’Illinois, “i cyberattori russi erano nella posizione di cancellare o cambiare i dati degli elettori” anche se non sono state trovare prove che lo fecero.
Il rapporto, il primo volume di una serie in merito alle indagini sulle interferenze russe nelle elezioni del 2016, arriva all’indomani del monito dell’ex procuratore del Russiagate Robert Mueller sulla persistenza della minaccia di ingerenze straniere e poche ore dopo che i repubblicani hanno bloccato un pacchetto di leggi per garantire la sicurezza del prossimo voto.