La California, la cui classe dirigente di orientamento progressista nei mesi scorsi ha intrapreso un percorso quasi secessionistico contro il resto dell’Unione, rappresentata dal presidente Usa Donal Trump, ha fatto causa al governo federale nel tentativo di impedire la costruzione di un muro lungo il confine con il Messico. Il progetto del muro, al centro della campagna elettorale diTrump dello scorso anno, prosegue gia’ a rilento, a causa dell’ostilita’ di entrambi gli schieramenti politici del Congresso federale, che stanno bloccando lo stanziamento dei fondi necessari alla costruzione. Stando alla causa promossa dalla California, il muro violerebbe le norme ambientali federali e travalicherebbe i poteri assegnati dalla Costituzione ai singoli Stati federati. La mossa della California – lo Stato piu’ popoloso dell’Unione e principale contributore del pil statunitense, ma anche primo per disparita’ economiche e reddituali e principale recipiente dei fondi federali per i programmi di assistenzialismo, non e’ che l’ultimo ostacolo al piano del presidente.
Ad annunciare l’azione legale, nella giornata di mercoledi’, e’ stato il procuratore generale della California, il democratico Xavier Becerra, che ha indetto una conferenza stampa di fronte al valico di confine di Border Field State Park, vicino a San Diego. Proprio ieri era in visita alla citta’ il procuratore generale Usa, Jeff Sessions, conservatore noto per la sua linea dura contro l’immigrazione clandestina e la criminalita’ organizzata trans-frontaliera. Sessions si trovava a San Diego per celebrare un record di sequestri di cocaina da parte della Guardia costiera Usa. Intervistato in merito all’iniziativa legale californiana, Sessions si e’ detto certo che lo Stato federale avra’ la meglio: “Lo Stato federale ha il controllo dei confini e la responsabilita’ di metterli in sicurezza”, ha dichiarato il procuratore generale.