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Il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde, in un’intervista rilasciata al quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitang, sostiene l’uscita della Grecia dall’euro, è una possibilità, spiegando anche come sia improbabile arrivare ad un accordo finale nei prossimi giorni. Il numero uno del Fondo sostiene che l’uscita di Atene, dall’Eurozona, non vorrà dire la fine della moneta unica. Poche ore dopo le parole della Lagarde, riportate sul quotidiano tedesco sono state smentite dal portavoce del Fondo, Gerry Rice, il quale sostiene che le affermazioni riportate dalla Faz della Lagarde, non sono accurate e sono citate in maniera non corretta. Ci sono stati problemi con la traduzione, ha spiegato Rice, senza indicare con precisione, quali siano le affermazioni ritenute non corrette. La dichiarazione, rilasciata da Cristine Lagarde non è condivisa da Kathrin Meehlbronner analista di Moody’s sui debiti sovrani, che in un’intervista alla Reutersha sostiene che un’eventuale uscita della Grecia dall’euro cambierebbe il volto e la natura dell’eurozona. L’analista durante l’intervista ha messo in evidenza i rischi per le aree più vulnerabili dell’eurozona, come il Portogallo e l’Italia, in modo particolare per quest’ultimo Pese, che è creditrice della Grecia per circa 40 miliardi di euro. Prima di Lagarde, era intervenuto William Murray, vice portavoce dell’istituto di Washington, il quale durante la consueta conferenza stampa ha spiegato, che qualsiasi Paese che non rispetta i suoi oneri finanziari con il Fondo, ovvero il pagamento di quanto dovuto, è dichiarato in arretrato e quindi non può avere accesso a nuovi finanziamenti. La prima scadenza per Atene è il 5 giugno prossimo, quando deve ripagare al Fondo un prestito per 300 milioni di euro, una parte di quota 1,6 miliardi di euro dovuta in totale nel prossimo mese. Infine, Murray si augura che l’uscita della Grecia dall’euro non avvenga, perché altrimenti il prezzo da pagare sarebbe altissimo.
Fabio D’Amora
