Uspi a Fnsi: ‘Salvare il pregresso o addio lavoro’

«Salvare il pregresso per la sopravvivenza di un intero settore». Questa la richiesta del segretario generale dell‘Uspi, Francesco Saverio Vetere, rivolta alla Fnsi, mercoledì scorso, in occasione del secondo incontro tra le parti dopo la scadenza del contratto collettivo di lavoro giornalistico per la stampa periodica locale e on line (31 maggio) e la riapertura delle trattative (20 luglio).
Il principale tema affrontato, su sollecito dell’Uspi, ha riguardato, infatti, la circolare Inpgi n. 8 del 10 agosto 2020, in cui viene comunicato alle aziende che hanno applicato il Contratto Uspi-Fnsi, che «le vigenti disposizioni legislative prevedono che la retribuzione da assumere come base per il calcolo dei contributi previdenziali ed assistenziali non può essere inferiore all’importo stabilito da leggi, regolamenti, contratti collettivi stipulati dalle Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative su base nazionale, ovvero da accordi collettivi o individuali, qualora ne derivi una retribuzione di importo superiore a quello previsto dalla contrattazione collettiva (D.L. n. 338/1989 convertito in legge n. 389/1989)».
In buona sostanza, le aziende non solo non potranno rinnovare i contratti a termine e fare nuove assunzioni, ma dovranno adeguare i minimali contributivi a quelli, molto più onerosi, del contratto Fnsi-Fieg che, per il settore di riferimento, è insostenibile, pertanto mette seriamente a rischio i posti di lavoro.
Uspi ha, quindi, chiesto di «salvare il pregresso», ovvero di «tutelare e salvaguardare tutti i contratti Uspi-Fnsi finora sottoscritti in molte aziende, procedendo nel minor tempo possibile per mantenere, almeno per loro, il calcolo dei contributi previdenziali ed assistenziali secondo i criteri del contratto firmato nel 2018».
Nel corso dell’incontro si è, inoltre, discusso dello stato dell’arte del settore «in questo difficile momento di transizione che – ha sottolineato Vetere – mette in grave pericolo le aziende e i giornalisti, privati (aziende e giornalisti) di ogni garanzia per il futuro, in ordine alla stessa sopravvivenza di un intero settore».
La Fnsi, da parte sua, si è impegnata all’invio di un “articolato”, al fine di trovare una soluzione al problema che sta attualmente preoccupando le tante aziende editoriali interessate dall’applicazione della circolare Inpgi, nell’attuale mancanza del contratto Uspi-Fnsi.
Uspi ha, quindi, ribadito «l’urgenza di un intervento della Fnsi che garantisca un rapido riscontro non oltre le prossime due settimane» per dare «quanto prima la soluzione per la salvaguardia dei posti di lavoro».
Auspicio espresso anche dalla Fisc, la Federazione Italiana Settimanali Cattolici, federata Uspi, che rappresenta 183 testate diocesane di 160 diocesi, in 20 regioni italiane.
«Si giunga quanto prima ad una soluzione a salvaguardia dei posti di lavori già contrattualizzati e dei possibili futuri della piccola editoria locale», afferma la Fisc esprimendo «forte preoccupazione per la disdetta del contratto di lavoro giornalistico Uspi-Fnsi e la conseguente circolare Inpgi di agosto che impone il ricalcolo dei contributi previdenziali».
«Una manovra – sottolinea la Fisc – che rappresenta per le piccole testate locali nostre associate un ulteriore danno economico che si aggiunge alla precaria situazione provocata dalla emergenza sanitaria».

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