Italy's COVID commissioner Francesco Paolo Figliuolo during Italian Premier Mario Draghi's visit to the Covid-19 vaccination center in Fiumicino, near Rome, Italy, 12 March 2021. ROBERTO MONALDO/ LAPRESSE/ POOL/ ANSA

Vaccini agli adolescenti, cosa prevede il piano di Figliuolo

Tutto pronto per ripartire con la scuola in presenza. E mentre si litiga sull’obbligo del certificato verde per le mense aziendali – una misura che, per i sindacati  equivarrebbe alla quasi obbligatorietà del Green Pass sul posto di lavoro – un decreto del presidente del Consiglio Mario Draghi ha già stabilito che tutti i docenti, entro settembre, dovranno essere vaccinati se vogliono presiedere le lezioni.

Naturalmente i conti si faranno soprattutto sugli studenti: sono appunto i giovanissimi a rappresentare la fetta più grossa della popolazione scolastica. E saranno loro i principali responsabili di un ritorno in classe in sicurezza: di tempo non ce n’è tantissimo, ma mentre il commissario all’emergenza Francesco Paolo Figliuolo si avvia a conquistare l’obiettivo del 70-80% di immunizzati entro settembre – messo nero su bianco in agenda in tempi non sospetti e ormai praticamente alla portata – saranno a breve in campo una serie di iniziative per coinvolgere gli under 20 nella campagna vaccinale.

Il generale intende “coinvolgere i giovani in modo attivo e mirato, con iniziative quali corsie preferenziali presso gli hub senza prenotazioni”. Così ha spiegato il capo della struttura commissariale al Corriere della Sera. Parte della responsabilità ricadrà su medici di base, pediatri di libera scelta e i farmacisti. L’intenzione è infatti mettere a disposizione dei teenager tutte le migliori risorse della sanità italiana, in modo da stabilizzare il record di cui si sono rese protagoniste proprio le fasce d’età che per ultime hanno visto aprirsi le porte dei centri per le inoculazioni.

Ebbene sì, perché un’analisi del prestigioso quotidiano economico inglese, Financial Times, rivela che i giovani italiani con un’età compresa tra i 12 e i 18 anni sono terzi al mondoper numero di adesioni, e questo nonostante il frangente estivo, che magari incoraggerebbe a preferire qualsivoglia meta di vacanza.

Allungando il campo di osservazione fino ai 29 anni, si nota come l’Italia stia registrando, proprio tra gli under 30, il maggior numero di prime dosi. Non era un obiettivo scontato, considerato che solo a metà dello scorso mese si paventava il sorpasso generalizzato dei richiami sui primi appuntamenti agli hub – la qual cosa avrebbe significato un rallentamento della campagna vaccinale.

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