Le aziende farmaceutiche devono “onorare gli impegni” sulla consegna dei vaccini ma allo stesso tempo “non deve accadere che arrivino le dosi e non abbiamo chi le somministra”. Lo dice il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario per l’emergenza Covid, in un’intervista al Corriere della Sera in cui ribadisce gli obiettivi della campagna vaccinale: “Tra due settimane staremo a 300 mila dosi al giorno. Ad aprile si incrocia un consistente arrivo di vaccini con la verifica delle capacità dei vaccinatori e dei punti di vaccinazione. Se il sistema regge, e mi porta ad avere 500 mila vaccinazioni al giorno a fine mese, a fine settembre chiudo la campagna”. Sulle incertezze tra le varie regioni per le priorità da seguire, Figliuolo spiega: “Ora è chiaro che bisogna mettere al sicuro le nostre radici: gli anziani; e poi i più vulnerabili”. COncetto chiarito “nel piano strategico del ministero della Salute condiviso con la struttura commissariale: abbiamo messo un punto fermo su chi deve essere vaccinato in priorità. Adesso è stato recepito dai presidenti di Regione e dai loro responsabili sul territorio per le vaccinazioni”.
E a proposito delle “sollecitazioni, ai limiti della pressione” che lui stesso ha subìto da parte di ordini professionali per cambiare il piano vaccinale, Figliuolo è duro: “Questo atteggiamento deve scomparire. Non ci sono più margini: se abusi ci sono, sono voluti. Che poi ci sia qualche nepotismo… io non so come uno possa dormire la notte sapendo che avrebbe potuto salvare una vita e invece ha dato il vaccino all’amico. Lo trovo inqualificabile”. Sul fronte della produzione “abbiamo già censito 420 siti produttivi che possono entrare in campagna vaccinale” mentre sul fronte dei vaccini in azienda ribadisce che “si farà quando avremo messo in sicurezza chi ha più probabilità di esito negativo per questa malattia. Quando arriveremo a quel punto, vaccineremo in parallelo” anche i lavoratori.