Ultimo incontro della giornata, per le consultazioni del presidente del consiglio incaricato, Mario Draghi, con i rappresentanti dei gruppi politici: in corso l'incontro con Forza Italia, rappresentata dalle capogruppo Maria Stella Gelmini e Anna Maria Bernini e dal vicepresidente Antonio Tajani. Nella delegazione, che è quella di Fi-Udc- è presente anche il centrita Antonio De Poli. +++ TWITTER/CAMERA DEI DEPUTATI +++

Vaccini, Recovery e dossier industriali: Draghi studia la svolta

Su tutti, la campagna vaccinale che procede, purtroppo, a rilento. Stando all’ultimo monitoraggio, al momento in tutta Italia sono state somministrate poco più di 4 milioni di dosi di vaccino (tra Pfizer, AstraZeneca e Moderna) per un totale di quasi 1,4 milioni di persone che hanno ricevuto anche la seconda dose, con copertura vaccinale completa. Numeri che al momento non possono soddisfare, c’è bisogno di accelerare.

Raddoppio del numero di vaccinazioni giornaliere nel giro di un mese, traguardo dell’immunità di gregge entro la fine dell’estate. Questo, secondo quanto riporta la Repubblica, il piano decisamente ambizioso al quale starebbe lavorando il Governo in queste ore.PUBBLICITÀ

Capitolo Recovery Fund:  il ghiotto tesoretto in arrivo da Bruxelles non sarà un regalo. Anzi. Gli stati beneficiari dovranno mettere a punto un piano nazionale chirurgico che risponda a precisi requisiti e rispetti alcuni paletti fissati con chiarezza dalla Commissione.

Non c’è spazio per l’approssimazione tanto che, stavolta, scatteranno anche i voti. I piani saranno infatti valutati in base a una griglia inserita nel regolamento. 11 i criteri indicati per ognuno dei quali verrà assegnato un certo “rating” – definito così da regolamento – espresso, appunti, in voti: A, B o C.

Anche qui il tempo stringe: le versioni finali dei piani dovranno approdare sulle scrivanie degli esaminatori entro il 30 aprile. Non solo, il rischio slittamento è dietro l’angolo visto che la prima tranche dei fondi (il 13%) sarà erogata solo dopo che tutti i Paesi avranno approvato la loro parte di risorse proprie.

Non meno complicati i dossier industriali, da Alitalia a Whirlpool, passando per l’ex Ilva, il Presidente del Consiglio Draghi dovrà cercare di rimediare ad errori del passato che rischiano di condizionare non solo il presente, ma anche la ripresa futura del nostro Paese, oggi più che mai pesantemente fiaccato dalla crisi economica scaturita dalla pandemia.  Leggi anche

E’ piena zeppa di nodi e scadenze l’agenda del Premier Mario Draghi sul tavolo di Palazzo Chigi, chiamato a lavorare su più fronti cercando soluzioni in poco tempo.

Su tutti, la campagna vaccinale che procede, purtroppo, a rilento. Stando all’ultimo monitoraggio, al momento in tutta Italia sono state somministrate poco più di 4 milioni di dosi di vaccino (tra Pfizer, AstraZeneca e Moderna) per un totale di quasi 1,4 milioni di persone che hanno ricevuto anche la seconda dose, con copertura vaccinale completa. Numeri che al momento non possono soddisfare, c’è bisogno di accelerare.

Raddoppio del numero di vaccinazioni giornaliere nel giro di un mese, traguardo dell’immunità di gregge entro la fine dell’estate. Questo, secondo quanto riporta la Repubblica, il piano decisamente ambizioso al quale starebbe lavorando il Governo in queste ore.

Capitolo Recovery Fund:  il ghiotto tesoretto in arrivo da Bruxelles non sarà un regalo. Anzi. Gli stati beneficiari dovranno mettere a punto un piano nazionale chirurgico che risponda a precisi requisiti e rispetti alcuni paletti fissati con chiarezza dalla Commissione.

Non c’è spazio per l’approssimazione tanto che, stavolta, scatteranno anche i voti. I piani saranno infatti valutati in base a una griglia inserita nel regolamento. 11 i criteri indicati per ognuno dei quali verrà assegnato un certo “rating” – definito così da regolamento – espresso, appunti, in voti: A, B o C.

Anche qui il tempo stringe: le versioni finali dei piani dovranno approdare sulle scrivanie degli esaminatori entro il 30 aprile. Non solo, il rischio slittamento è dietro l’angolo visto che la prima tranche dei fondi (il 13%) sarà erogata solo dopo che tutti i Paesi avranno approvato la loro parte di risorse proprie.

Non meno complicati i dossier industriali, da Alitalia a Whirlpool, passando per l’ex Ilva, il Presidente del Consiglio Draghi dovrà cercare di rimediare ad errori del passato che rischiano di condizionare non solo il presente, ma anche la ripresa futura del nostro Paese, oggi più che mai pesantemente fiaccato dalla crisi economica scaturita dalla pandemia. 

 
 

 

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