Il vaccino anti-Covid di Pfizer ha ricevuto l’autorizzazione nel Regno Unito e potrebbe arrivare entro dicembre anche l’ok dell’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali. Questo per permettere la somministrazione dei vaccini a gennaio anche in Italia, il cui hub nazionale di stoccaggio si troverà all’ospedale militare di Pratica di Mare.
Intanto, iniziano ad emergere le prime reazioni e impressioni dei volontari che hanno partecipato ai test del vaccino di Moderna, sviluppati grazie alla tecnologia mRNA come quello di Pfizer. Intervistati dalla Cnn, i volontari hanno mostrato entusiasmo per i risultati, soprattutto in mancanza di effetti collaterali gravi, ma hanno anche avvisato che farsi il vaccino “non è una passeggiata nel parco“.
Cosa si prova a ricevere il vaccino di Moderna
Uno dei volontari, Yasir Batalvi, 24 anni, ha spiegato che dopo la prima dose “l’iniezione vera e propria sembrava, all’inizio, proprio come un vaccino antinfluenzale, un piccolo pizzicotto sul braccio. Una volta uscito dall’ospedale la rigidità è peggiorata un po’. Era decisamente gestibile, ma in un certo senso non hai voglia di muovere il braccio troppo sopra la spalla. Gli effetti collaterali sono piuttosto localizzati”.
Dopo la seconda dose, invece, sono emerse “una febbre bassa e stanchezza“. Effetti collaterali che tuttavia sono del tutto normali, secondo quanto affermato dagli esperti, e sono sintomo del sistema immunitario che si sta attivando per difendersi dalla minaccia simulata dal vaccino.
Quanto tempo ci vuole a sviluppare l’immunità
Secondo quanto emerso dai test, il processo di immunizzazione richiede 28 giorni: dopo 12 giorni dalla prima dose si sviluppa una parziale protezione contro il Covid, mentre dopo 21 giorni si somministra la seconda dose; ma è solo al 28esimo giorno che il vaccino sviluppa pienamente la sua efficacia.