Valditara: ‘Scuola, e classi di transizione per studenti stranieri’ 

Classi di transizione e accompagnamento per gli studenti stranieri: è  la proposta del ministro dell’Istruzione. L’obiettivo? Aumentare le performance degli studenti immigrati e la dispersione scolastica.

La proposta, spiega Valditara, guarda al modello seguito da altri Paesi in Europa che portano a definire tre diversi possibili percorsi che le scuole italiane potrebbero seguire per migliorare il sistema scolastico.

Accolgono bene la proposta i presidi, meno l’opposizione. PD e Movimento 5 stelle ritengono che l’idea del ministro possa, al contrario, creare più danni e che la proposta sia pura propaganda per il suo elettorato.

Tra risorse del ministero dell’Istruzione, pari a 85 milioni di euro, e quelle del ministero dell’Interno, altri 70 milioni di euro, i fondi verrebbero utilizzati per un progetto che sia “realmente inclusivo”.

A distanza di pochi giorni dalla nuova proposta di vietare gli smartphone nelle scuole elementari e medie – anche per scopi didattici – il ministro Valditara torna a proporre soluzioni che possano migliorare la scuola italiana.

E, stavolta, le nuove idee riguardano gli studenti stranieri che, secondo il ministro dell’Istruzione, vengono penalizzati dall’attuale sistema scolastico.

Il ministro Valditara evidenzia due difficoltà: la prima ha a che fare con le performance di questi alunni. Basta guardare le prove Invalsi 2023, i cui risultati evidenziano che gli immigrati di prima generazione registrano un rendimento negativo del 21,9% in italiano e del 13,4% in matematica.

La seconda, invece, riguarda la dispersione scolastica. Secondo l’Istat, infatti, questa raggiungerebbe tassi del 30,1% per gli stranieri, contro il 9,8% degli studenti italiani.

Per risolvere il problema, Valditara propone l’introduzione di nuovi percorsi e delle cosiddette classi di transizione o classi di accompagnamento per gli studenti stranieri.

Nell’UE, infatti, ci sarebbero tre diversi approcci:

in alcuni Paesi, Italia compresa, gli alunni stranieri seguono le lezioni nelle classi ordinarie;

in altre nazioni, gli studenti che vengono dall’estero vengono smistati nelle cosiddette classi di transizione o classi di accoglienza che, per un certo periodo di tempo, garantiscono un’offerta didattica distinta;

in molti Paesi, viene utilizzato un approccio combinato tale per cui gli alunni seguono alcune lezioni nella classe ordinaria e altre nell’ambito di un’offerta separata.

L’idea del ministro, quindi, è prevedere la possibilità, per le scuole italiane, di seguire tre percorsi differenti. Ognuno di essi, dovrebbe avere inizio con la verifica delle competenze degli studenti stranieri.

Se il tasso di apprendimento della lingua italiana è buono, allora i ragazzi potrebbero essere inseriti nelle classi ordinarie. Se ci sono dei deficit, invece, si potrebbero vagliare due diverse opzioni.

La prima è inserire lo studente in una classe ordinaria, ma facendogli frequentare una classe di accompagnamento – con docenti specializzati – per le lezioni di italiano e, eventualmente, anche per quelle di matematica.

La seconda, invece, prevedrebbe la frequentazione di attività obbligatorie di potenziamento linguistico extracurricolare il pomeriggio.

In ogni caso, dice Valditara, prima di introdurre tali cambiamenti nella scuola bisogna:avviare un confronto ampio, tenendo sempre presente che per noi l’autonomia scolastica è un punto fermo.

La proposta del ministro dell’Istruzione ottiene il favore dell’Associazione nazionale presidi che riconosce l’esistenza di un problema di inserimento e alfabetizzazione nella scuola italiana, specialmente nelle scuole superiori.

Non sono mancate le critiche alla proposta di Valditara. In particolare, da parte dell’opposizione.

Secondo i capigruppo del Movimento 5 stelle, Antonio Caso e Luca Pirondini, la proposta potrebbe creare ancor più danni: non crede Valditara che riservare lezioni separate a gruppi di studenti possa portare a ‘ghetti’ in ciascuna scuola, con la conseguenza di ostacolare l’apprendimento informale della lingua italiana, che chi conosce la scuola sa essere importante tanto quanto l’apprendimento formale perché produce integrazione reciproca?

Il PD, invece, trova la proposta delle classi separate una mossa di propaganda. La responsabile scuola del PD, Irene Manzi, ha così commentato la proposta: ‘Il ministro Valditara propone l’ennesima soluzione propagandistica, buona forse per promuovere il suo libro di prossima uscita, a un tema importante che è quello dell’integrazione degli studenti con background migratorio. Con le classi separate o di transizione si strizza l’occhio al proprio elettorato con una proposta ideologicaì.

A non condividere la proposta è anche la Flc Cgil che pensa l’inclusione passi, più che per le classi di transizione, per un potenziamento dell’offerta formativa.

Gli studenti hanno definito “gravissima” la proposta del ministro di creare un piano per le scuole in cui inserire classi di accompagnamento la mattina e di potenziamento il pomeriggio per gli alunni stranieri con deficit linguistico o matematico. “Il progetto del ministro prevede un test sulla conoscenza della lingua italiana a cui sottoporre tutti gli studenti di origine straniera. – ha detto Bianca Chiesa, coordinatrice nazionale dell’Uds –  A seconda del risultato del test prevedere classi separate per lo studio dell’italiano e della matematica in modo che le persone straniere non “rallentino” i processi didattici delle classi o l’integrazione tramite ulteriori lezioni extracurricolari obbligatorie. La proposta del ministro è estremamente razzista e va ad allontanare e separare alcuni studenti dagli altri sulla base di un test somministrato a seconda della provenienza non possiamo accettare che le nostre scuole diventino luoghi di segregazione facendoli passare come metodi per garantire l’istruzione e non lasciare nessuno indietro.”

“Spiace vedere le mie parole così gravemente e strumentalmente fraintese dall’Unione degli Studenti perché il mio progetto, al contrario di quanto viene sostenuto, va esattamente nella direzione di una piena integrazione che salvaguardi tempi e qualità di apprendimento di tutti gli studenti, senza nessuna ghettizzazione. Per questo ritengo che le osservazioni dell’UdS, peraltro espresse con toni gratuitamente offensivi, siano molto lontane dalla realtà dei fatti”. Così il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara sulle proposte riguardanti le classi per gli studenti stranieri.

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