Vincent Van Gogh il grandissimo pittore dell’espressionismo non si suicidò, ma fu ucciso causalmente da un ragazzino 16enne. Questo, è ciò che sostengono gli autori di “Van Gogh: The Life”, una nuova biografia dell’artista in uscita oggi, in cui si afferma che, molto probabilmente, Van Gogh venne ucciso per errore dai colpi esplosi da una “pistola malfunzionante” del 16enne Rene Secretan. Il pittore morì a Auvers-sur-Oise, nel 1890, all’età di 37 anni.
Sebbene gli autori, Steven Naifeh e Gregory Smith, premettano che “nessuno sa cosa successe”, in un’appendice al loro libro di 900 pagine offrono una ricostruzione diversa di quanto avvenne ad Auvers il 27 luglio 1890, che, a loro giudizio, avrebbe più senso della versione accreditata finora. Il colpo fatale sarebbe stato esploso dal 16enne Secrétan, a cui piaceva vestirsi da cowboy e girare con una vecchia calibro 380 per sparare a scoiattoli, uccelli e pesci. Secondo gli autori, Van Gogh non denunciò il ragazzo, e il fratello che era con lui, perchè non voleva che venisse punito e perchè, soprattutto, vide la morte come una via di uscita da un periodo in cui era “più triste e solo di quanto si possa ritenere”.
“Abbiamo meditato a lungo su questa rivelazione – ha detto Naifeh al quotidiano britannico Times – e siamo giunti alla conclusione che nobiliti Vincent. Se in effetti la persona che premette il grilletto non fu Vincent ma René, il fatto che non lo abbia accusato perchè si era reso conto che era stato un incidente e non voleva rovinare la vita di questi due ragazzi è stato un atto di generosità”.