Venezia: caos per l’acqua alta, due morti

Non si arresta l’emergenza acqua alta a Venezia: dopo il picco straordinario di marea da 187 centimetri, per questa mattina alle 10.20 e’ previsto un nuovo picco eccezionale di 145 centimetri. Lo ha reso noto il Centro Previsioni e Segnalazioni Maree della citta’ di Venezia che prevede ancora per domani 130 centimetri e per venerdi’ 140 centimetri. Nella citta’ lagunare l’acqua alta non raggiungeva questi livelli dal 1966. Oggi il sindaco, Luigi Brugnaro, chiedera’ la dichiarazione dello stato di calamita’ naturale. La Basilica di San Marco e’ stata inondata: un metro d’acqua, la cripta sotto il presbiterio completamente allagata. Il Ministero per i Beni Culturali ha attivato l’unita’ di crisi per la verifica e la messa in sicurezza del patrimonio culturale veneziano. La marea ha fatto anche un vittima, un uomo di 68 anni che e’ morto folgorato da una scarica elettrica per un corto circuito causato dall’acqua che aveva invaso la sua casa di Pellestrina, la striscia di terra che delimita la laguna, nei pressi di Chioggia. Decine di abitazioni sono state invase dalle acque dopo che le pompe che dovevano assicurare il blocco sono andate in tilt per l’eccessiva pressione. L’uomo deceduto stava manovrando una elettropompa per risucchiare l’acqua che aveva invaso la sua abitazione. Un’altra persona e’ stata trovata morta in casa sempre a Pellestrina, ma per cause naturali. Nella notte i vigili del fuoco sono intervenuti per vari allagamenti e per l’incendio di alcune cabine elettriche inondate dall’acqua. Diversi battelli hanno rotto gli ormeggi e sono state soccorse alcune persone rifugiate sugli imbarcadero.

Sono state attivate le sale operative della Regione e della Prefettura per coordinare la “mobilitazione generale” proclamata dal sindaco nella lunga notte inghiottita dalla marea. Diverse persone sono state soccorse in laguna dalla Guardia costiera. Le numerose telefonate alla centrale operativa della Capitaneria sono iniziate mentre il livello dell’acqua raggiungeva il livello critico di 187 centimetri, e i venti di scirocco soffiavano fino a 100 km/h. Sono stati attivati i protocolli straordinari di intervento da parte della Guardia Costiera di Venezia che ha subito dispiegato due motovedette per trasportare al Pronto Soccorso i diversi infortunati recuperati. Sono stati inoltre impiegati due motoscafi per fornire rapida assistenza nei punti critici segnalati e due gommoni in dotazione alla nave Dattilo della Guardia Costiera, giunta a Venezia ieri. Tre vaporetti sono affondati a Riva degli Schiavoni. Decine di imbarcazioni hanno rotto gli ormeggi a causa dell’acqua alta a Venezia e sono andate alla deriva in laguna. I natanti senza controllo costituiscono un pericolo, ma al momento non e’ possibile recuperarli. Si tratta di motoscafi-taxi, ma anche di vaporetti pubblici e di barche private. Anche molte gondole sono state sballottate dall’alta marea e trascinate nei canali. La Guardia costiera ha emanato un “avviso di pericolosita’” per la presenza di ostacoli semisommersi pericolosi per la sicurezza della navigazione. Particolarmente complesse le operazioni di coordinamento dei numerosi interventi. La Capitaneria ha richiesto la cooperazione di ormeggiatori e rimorchiatori portuali per la messa in sicurezza di unita’ e pontoni che avevano rotto gli ormeggi. Il personale della Guardia Costiera ha proseguito per tutta la notte i servizi di assistenza e pattugliamento per garantire la sicurezza e l’incolumita’ delle persone. In varie zone della citta’ si sono verificati black-out, specialmente al Lido e in Campo Santa Margherita. L’acqua ha invaso tutto, case e alberghi, senza risparmiare l’hotel dei vip, il Gritti. Il forte vento di scirocco ha abbattuto diversi alberi tra Favaro Mestre e Marghera. Poi l’acqua ha cominciato a defluire, con rapidita’. Alle tre di notte il livello a Punta delle Dogane, sul Canal Grande, era calato a 70 centimetri. Solo tre ore prima, nello stesso punto, l’Ispra aveva rilevato un livello di 1,66 metri. E tra le onde della marea che si ritira, riaffiora la vecchia polemica sul Mose, il sistema di dighe mobili che dovrebbe proteggere Venezia dal mare: il sindaco Brugnaro sollecita il governo ad accelerare.

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