Alle 6 locali (le 11 italiane) si sono aperti in Venezuela i seggi per elezioni legislative convocate dal governo del presidente Nicolás Maduro, e boicottate dall’opposizione guidata da Juan Guaidó, per il rinnovo dell’Assemblea nazionale (An, 277 seggi) che si attiverà il 5 gennaio prossimo per il periodo 2021-2026.
I 14.221 centri elettorali del Paese, dove 20,7 milioni di aventi diritto potranno votare elettronicamente, saranno aperti fino alle 18, o fino a quando l’ultimo elettore in attesa avrà potuto esprimere il suo voto.
In assenza delle tradizionali missioni di osservazione elettorale (Onu, Osa, Ue e Centro Carter) la consultazione sarà seguita da delegati di organismi latinoamericani, africani, russi, turchi e iraniani, e da numerose personalità, fra cui gli ex presidenti Evo Morales (Bolivia) e Rafael Correa (Ecuador), e la senatrice progressista colombiana Piedad Córdoba.
Ieri il Parlamento uscente presieduto da Guaidó ha approvato una risoluzione in cui ha rivolto un ultimo pressante appello al boicottaggio delle elezioni e una richiesta alle Nazioni del mondo a mantenere il rifiuto di riconoscere la “farsa elettorale” in corso.
Da parte sua Maduro, ricevendo ieri sera “personalità di cinque continenti” che accompagneranno come osservatori le operazioni di voto, ha sottolineato che la consultazione permetterà di “restituire alla gente una istituzione fondamentale come il Parlamento”.