Il Venezuela sprofonda nel caos e rischia una guerra civile. Juan Guaidò , l’autoproclamatosi presidente ad interim, in un video girato nella base militare di Carlota, ha lanciato un appello ad una rivolta militare contro il ‘regime’ di Maduro. “Abbiamo parlato con i nostri alleati nella comunità internazionale – ha annunciato Guaidò dopo aver chiamato i militari a unirsi alla rivolta contro il presidente Maduro – e abbiamo il loro forte sostegno per questo irreversibile processo di cambiamento nel nostro Paese. L’Operazione Libertà è iniziata e resisteremo fino a raggiungere un Venezuela libero”.
Dopo l’annuncio il Paese è sprofondato sull’orlo della guerra civile, con migliaia di manifestanti scesi in piazza a protestare. La Guardia Nacional, per reprimere la sollevazione civile e militare, ha fatto uso di lacrimogeni davanti alla base militare La Carlota fuori Caracas. Ma la situazione non si è placata: almeno due mezzi antisommossa del Gnb, le forze armate venezuelane, si sono lanciati contro i gruppi di manifestanti.
“Informiamo il popolo del Venezuela che in questo momento stiamo affrontando e neutralizzando un ridotto gruppo di militari traditori che hanno occupato il Distributore Altamira” (il principale accesso alla città) “per promuovere un colpo di Stato contro la Costituzione e la pace della Repubblica”, ha scritto su twitter il ministro dell’Informazione di Nicolas Maduro, Jorge Rodriguez. “A questo tentativo si è unita l’ultradestra golpista e assassina, che ha annunciato il suo piano violento da mesi. Chiamiamo il popolo alla massima allerta”.
Nicolas Maduro ha dichiarato che tutti i comandanti militari del Paese gli “hanno espresso la loro totale lealtà”, e ha chiesto “nervi d’acciaio” e una “mobilitazione popolare” per “assicurare la vittoria della pace” nel Paese. I comandanti di tutte le aree territoriali del Paese – ha detto – “mi hanno espresso la loro totale lealtà nei confronti del Popolo, della Costituzione e della Patria. Chiedo la massima mobilitazione popolare per assicurare la vittoria della Pace. Vinceremo”, ha twittato
Nel corso dei disordini, un militare venezuelano è stato ferito davanti alla base di La Carlota. Mentre fonti mediche citate dalla Cnn parlano di almeno 52 feriti negli scontri a Caracas. Il ministro della Difesa di Caracas, Vladimir Padrinosi è detto ‘pronto a usare le armi’ per frenare ogni tentativo di insurrezione, minacciando di aprire il fuoco contro i manifestanti. Il ministro ha quindi aggiunto che se vi sarà spargimento di sangue ne sarà responsabile Guaidò.
In mattinata il leader dell’opposizione venezuelano, Leopoldo López, che si trovava agli arresti domiciliari, è stato liberato in un’azione condotta da forze anti-chiaviste e coordinata da Guaidò. Insieme i due hanno marciato attraverso Caracas e arringato la folla con un megafono, parlando in piedi sopra il tetto di un’auto. “Oggi vinciamo la paura. Oggi come presidente incaricato, legittimo comandante delle forze armate, convoco tutti i soldati e la famiglia militare ad accompagnarci per una lotta non violenta”, ha detto Guaidò. Lopez, dopo la sua liberazione dagli arresti domiciliari, è stato accolto con la famiglia dall’ambasciata cilena a Caracas.
Il governo venezuelano grida al golpe. Per Caracas è in corso un tentativo di “colpo di Stato” da parte di “militari traditori”. Mentre Maduro, via Twitter, ha ribadito di tenere i “nervi d’acciaio”. “Chiedo la massima mobilitazione popolare per garantire la vittoria della pace – ha scritto -. Vinceremo!”.
Intanto le comunicazioni nel Paese funzionano a singhiozzo ed è difficile accedere a Twitter e Facebook e complicato navigare online. Un volo Air France partito da Parigi per Caracas, scrive ‘Le Figaro’, ha fatto marcia indietro mentre si trovava sopra l’Atlantico, probabilmente a causa della situazione nel Paese sudamericano.
Il dipartimento di Stato americano ha esortato tutti i cittadini statunitensi in Venezuela a lasciare “immediatamente” il Paese e il presidente americano Donald Trump ha palesato il suo sostegno a Guaidò: “Gli Stati Uniti sono a fianco del popolo del Venezuela per la sua libertà”. Dall’Italia fa il tifo per Guaidò il vicepremier Matteo Salvini, che si è detto “vicino al popolo venezuelano, all’assemblea nazionale e al suo presidente Guaidò”.
L’Ue prende tempo. “Ribadiamo che ci può essere solo una via d’uscita politica, pacifica e democratica dalle multiple crisi che il Paese sta affrontando – ha detto l’Alto Rappresentante dell’Ue per gli Affari Esteri, Federica Mogherini -. L’Ue respinge qualsiasi forma di violenza e fa appello perché ci sia la massima moderazione, per evitare la perdita di vite umane e un’escalation delle tensioni”.