epa07323001 Supporters of the President of Venezuela Nicolas Maduro participate in a demonstration in support of the Government, in Caracas, Venezuela, 26 January 2019. The crisis in Venezuela and the self-proclamation of Juan Guaido as Interim President have divided the international community, which mostly advocates a peaceful resolution of the conflict through the immediate convocation of new elections in the South American country. EPA/Cristian Hernández

Venezuela: Maduro apre a dialogo

Il presidente del Venezuela Nicolas Maduro si dice pronto a dialogare con l’opposizione e apre alla possibile mediazione di Paesi terzi nella crisi venezuelana. “Sono pronto a sedermi al tavolo dei negoziati con l’opposizione per parlare per il bene del Venezuela, per il desiderio di pace e per il futuro”, ha detto Maduro in un’intervista all’agenzia russa Ria Novosti.

Intanto Juan Guaidò, il presidente del Parlamento venezuelano che ha assunto i poteri dell’Esecutivo, ha convocato i suoi concittadini a partecipare oggi in una “giornata di appoggio all’Assemblea Nazionale” in tutto il paese. In una serie di messaggi su Twitter, Guaidò ha chiesto ai venezuelani che, dovunque si trovino oggi dalle 12 alle 14 (dalle 17 alle 19 in Italia) escano per la strada con cartelli che esigano “la fine dell’usurpazione”, cioè del governo di Nicolas Maduro, l’instaurazione di un “governo di transizione” ed “elezioni libere”.

Parlando di una possibile mediazione internazionale, Maduro ha affermato che “ci sono diversi governi e organizzazioni nel mondo che hanno dimostrato la loro sincera preoccupazione per cosa avviene in Venezuela e hanno esortato al dialogo”. Il presidente venezuelano si è detto favorevole a un intervento di altri Stati in tal senso e ha menzionato in particolare “i governi di Messico, Uruguay, Bolivia, Russia, Vaticano e alcuni governi europei”. “Sto inviando loro delle lettere ufficiali perché possano sostenere il dialogo in Venezuela dove vogliono, quando vogliono e in qualsiasi forma vogliano”, ha affermato Maduro.

Il presidente venezuelano ha inoltre respinto l’ultimatum lanciato dai Paesi europei al suo governo, escludendo la possibilità delle sue dimissioni – e di elezioni presidenziali anticipate – proponendo invece che si convochino elezioni politiche anticipate come “soluzione attraverso il voto popolare”.

 

 

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