L’Europa si schiera con Juan Guaidò, autoproclamatosi presidente del Venezuela. E lancia l’ultimatum a Nicolas Maduro: Se non convocherà elezioni “eque, libere, trasparenti e democratiche”, Spagna, Francia e Germania riconosceranno il presidente dell’Assemblea nazionale, Guaidò come presidente ad interim del Venezuela.
Il primo a sposare la causa del giovane leader dell’opposizione venezuelana è stato il presidente spagnolo Pedrò Sanchez che con una dichiarazione dalla Moncloa ha lodato “il coraggio” di Guaidò.
“Non vogliamo instaurare o rimuovere governi – ha detto il premier spagnolo – vogliamo la democrazia ed elezioni libere in Venezuela”.
Dall’Eliseo anche il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato che “se non saranno annunciate elezioni entro 8 giorni, saremo pronti a riconoscere Guaidò come ‘presidente in carica’ del Venezuela per avviare un processo politico”. A questo, ha proseguito il presidente della Francia, “stiamo lavorando insieme ai nostri alleati europei”. “Il popolo venezuelano – ha aggiunto – deve poter decidere liberamente il suo futuro. Senza elezioni annunciate da qui ad otto giorni, noi saremo pronti a riconoscere Juan Gauidò come presidente ad interim”.
Sulla stessa linea si schiera la Germania: “A meno che non vengano annunciate elezioni entro i prossimi otto giorni, siamo pronti a riconoscere Juan Guaidò come presidente a interim”, ha fatto eco la portavoce del governo tedesco, Martina Fietz.
Guaidò in una serie di tweet ha ringraziato Francia, Germania e Spagna per la loro presa di posizione. Il leader dell’opposizione venezuelana ha anche fatto riferimento ai “progressi” compiti in seno all’Unione europea “per il pieno riconoscimento e il sostegno della nostra lotta legittima e costituzionale”. Naturalmente nessuna parola sull’Italia perché Roma ancora non prende una decisione esplicita sulla crisi venezuelana. E come sempre sarà costretta ad accordarsi a quanto detto da Francia e Germania per non continuare a restare ai margini della diplomazia internazionale.
La spaccatura internazionale sulla crisi venezuelana è evidente. Mentre i tre Paesi europei, uniti a Stati Uniti, Canada e oltre una mezza dozzina di Paesi latino americani si sono schierati con Guaidò, un altro blocco di Paesi che comprende Russia, Iran, Turchia, Cuba, Bolivia e Nicaragua sostengono Nicolas Maduro.
Nel frattempo il dossier Venezuela arriva al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che si riunisce per una seduta d’emergenza richiesta dagli Stati Uniti.