Un poliziotto è stato stroncato da un infarto ieri sera a Ventimiglia mentre prestava servizio durante alcuni tafferugli con una quarantina di attivisti ‘No border’ che avevano occupato l’ex caserma dei Vigili del fuoco. Il poliziotto fa parte del reparto mobile di Genova. Quando si è accasciato al suolo, assistito dai suoi colleghi, è stato poi trasferito in ospedale dove è deceduto. Il presidio permanente ‘No Border’ di Ventimiglia nasce l’11 Giugno, quando un gruppo di migranti per resistere a uno sgombero trova rifugio sugli scogli, riuscendo cosi ad evitare l’identificazione e continuare a lottare per la propria libertà. Da allora reti di solidarietà si sono mosse dai diversi territori organizzandosi per costruire un laboratorio permanente di convivenza e di resistenza alla politiche repressive che si manifestano in varie forme sui territori di confine. Il presidio ospita soggettività ed individualità diverse provenienti da realtà ed esperienze differenti, accomunate dal desiderio di opporsi fortemente alle logiche di potere discriminatorie per rivendicare il diritto alla mobilità, non solo per i migranti, ma per tutti quelli che quotidianamente vedono minacciata o limitata la propria libertà. È stata disposta l’autopsia del poliziotto, ma secondo una prima ricostruzione dell’accaduto non c’è stato alcun contatto con i manifestanti. Gli scontri erano iniziati quando le forze dell’ordine avevano cominciato a sfollare i ‘No Border’ dall’ex caserma. Venerdì numerosi migranti avevano forzato il blocco della polizia alla ‘pinetina’ dei Balzi Rossi, a Ventimiglia, e raggiunto via mare lo spazio acqueo francese. Dopo la tensione al confine tra Italia e Francia, la polizia non ha dubbi e la protesta e la fuga verso il confine francese sarebbero stati organizzati dai ‘No Borders’. Effettuata anche un’operazione di controllo, di polizia e carabinieri, all’interno dei locali dell’associazione Freespot, con sede a Camporosso (Ventimiglia), appartenente al movimento ‘No Border’. La Questura ha poi reso noto che gli attivisti quasi tutti lombardi, noti antagonisti, e sono stati identificati e denunciati. I ‘No borders’ stranieri, muniti di foglio di via, sono stati invece allontanati dal territorio nazionale. Secondo i dati della Prefettura di Imperia i migranti respinti dai francesi alla frontiera e riammessi in Italia in due giorni sono 140 e sono stati quasi tutti trasferiti in un centro di identificazione nel Sud Italia per essere identificati e probabilmente espulsi. Il presidente della regione Giovanni Toti invoca il pugno duro contro chi alimenta le tensioni e chiede al Governo di intervenire subito, parlando di dolore e rabbia per gli irresponsabili che alimentano tensioni. A Ventimiglia, conclude, servono agenti e pugno duro, basta perdere tempo. E’ in programma a Ventimiglia una manifestazione di protesta dei migranti rimasti nel centro di accoglienza. Secondo la polizia, che ha perquisito proprio la sede degli attivisti No borders di Camporosso (25 denunciati per i fatti di ieri, altrettanti fogli di via e tre espulsioni dal territorio nazionale), ci sono proprio gli antagonisti dietro alla fuga di ieri lungo la scogliera dei Balzi rossi, che sono arrivati ad occupare la scogliera di Menton Garavan. Mentre i francesi, che due giorni fa sono stati i soli a sparare i lacrimogeni addosso ai migranti aggrappati agli scogli, finiscono di rastrellare i fuggitivi per riportarli tutti alla frontiera e respingerli, la polizia italiana si prepara alla manifestazione di domani. Non sarà facile, la tensione è alta. E fa sentire la sua voce anche il sindaco di Ventimiglia Enrrico Ioculano: ‘C’è una situazione contingente particolare e il centro di accoglienza del Parco Merci deve essere l’unico punto di riferimento. Chi crea disagi a Ventimiglia non ci può stare. La manifestazione di domani è pretestuosa e non porta a alcun risultato. E’ ormai evidente che attività di questo genere vengono studiate ad hoc per creare disagio e disturbo’. Alla pinetina dei Balzi Rossi stasera non c’è più nessuno, se si esclude un paio di pescatori abbarbicati agli scogli. I francesi hanno rinforzato la barriera in entrata: police nationale, géndarmerie ma anche i corpi speciali in borghese con la pistola bene in vista. A Mentone, in commissariato, ci sono ancora 40 migranti e una manciata di ‘No Borders’ che verranno espulsi a breve. I circa 600 profughi, quelli che non sono partiti per il sud e che sono tornati al campo gestito dalla Croce rossa aspettano la manifestazione di domani vivendo il paradosso di una legge che prevede che una volta identificati debbano rimanere in quel Paese dove non vogliono rimanere e non permette loro di transitare da uno Stato che non vuole nemmeno essere terra di passaggio per altre e più accoglienti nazioni.
Cocis