Versione radicale ed estrema del principio di eguaglianza

Stato di diritto: mito falso ed ingannevole

Dopo vent’anni, contrassegnati da una crisi economica e morale, ritorna  un sentimento antico , quello del principio di eguaglianza in versione radicale ed estrema, tutto tipicamente italiana. Lo slogan del M5s “Uno vale uno” e’ diventato l’inno che cantano gli italiani. Quindi guai a chi esercita un’autorita’ politica o giuridica, essendo tutti uguali, quel potere o privilegio e’ un abuso e bisogna sbarazzarsene. Basta prestare attenzione al problema dell’immunita’, cancellato dal progetto del governo e riesumato da un emendamento Calderoli-Finocchiaro, ha scatenato il putiferio. Ma la cosa che piu’ fa sorridere che i senatori del M5s in uno ad altri rappresentanti delle forze politiche, presenti in parlamento, rispondendo alle sull’immunita’ non sapevano che la stessa si riferisce alla funzione che il rappresentante eletto in parlamento deve svolgere, quindi una garanzia costituzionale. Del resto non si capisce perche’ ne dovrebbero godere i giudici della Corte Costituzionale, che non sono stati eletti dal popolo, ma nominati dal Parlamento e dal Presidente della Repubblica. Ma parlare di questi argomenti e’ tabu’. Lo stesso vale per il principio della separazione dei poteri, parlarne e’diventato un’eresia, una bestemmia. Ecco che allora si fa avanti ,in modo pericoloso ed ingannevole per la democrazia di questo Paese, l’idea che una sentenza possa cancellare il Parlamento, legittimato nell’espletamento della sua funzione dalla sovranita’popolare, ma non viceversa. In questo vortice senza fine s’innestano le polemiche sull’elezione del Senato, il sentimento di avversione verso l’immunita’, l’indennita’, l’autorita’ medesima che ci rappresenta. Una sorta di giacobinismo a buon mercato, ma non per questo meno pericoloso, soprattutto in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, che vede la gente impoverita e stanca  e con una classe politica che da di se’un’immagine poco dignitosa. Del resto la storia ci ha insegnato che nessuna societa’umana, anche la piu’egualitaria e’ riuscita ad eliminare il potere. E tutti quei governanti che hanno promesso la parita’ tra gli individui si sono ben presto trasformati in spietati dittatori. Quindi non serve una versione radicale ed estrema del pricipio di eguaglianza, ma occorre una cerniera ideale di controllo e di rispetto istituzionale tra i vari poteri dello stato; la falsa eguaglianza, oggi tanto in voga, finisce per premiare i mediocri ed i populisti.

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