Matteo Salvini (L), leader of Lega Nord Party, Former Italian prime minister Silvio Berlusconi (C) and Giorgia Meloni (2-R)leader of the Brothers of Italy party in the restaurant 'La trattoria del Cavaliere' ('The Knight's trattoria') during the electoral dinner organized to support the center-right Forza Italia candidate for the presidency of Sicily Region Nello Musumeci, in Catania, South Italy, 02 November 2017 (issued 03 November 2017). ANSA/ PRESS OFFICE/ LIVIO ANTICOLI +++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY +++

Vertice Berlusconi-Salvini-Meloni

E’ in programma stamattina alle 9 un vertice a palazzo Grazioli tra Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Un incontro per tentare in extremis di evitare la spaccatura del centrodestra. Ieri la leader di FdI aveva chiesto un vertice per provare a superare le divisioni.

I capigruppo del Movimento Giulia Grillo e Danilo Toninelli annunciano che il candidato ufficiale alla guida di Montecitorio è Riccardo Fraccaro. E l’annuncio arriva una manciata di minuti dopo dalle indiscrezioni secondo cui a Silvio Berlusconi sarebbe stata sottoposta l’ipotesi di candidatura di un quarto nome unitario per il centrodestra, l’ex magistrato Maria Elisabetta Casellati.

‘Contiamo sui voti della Lega’, è la posizione dei vertici del M5S che ricordano come Fraccaro sia stato anche protagonista della battaglia del Movimento sull’abolizione dei vitalizi, uno dei ‘topic’ del programma annunciato da Di Maio. Resta da vedere se la candidatura di Fraccaro – che sarà ratificata questa mattina dall’assemblea congiunta – sia destinata a resistere. Ancora aperti infatti sono i giochi per le Camere dopo la rottura tra Lega e FI e dopo l’annuncio, da parte di Matteo Salvini, del suo appoggio al M5S per Montecitorio. Nelle ore notturne, infatti, sembra ritornare in auge l’ipotesi di una ricucitura interna al centrodestra sul nome di Casellati. Il suo nome sarebbe stato proposto a Berlusconi come punto di caduta tra FI e Lega e l’ex Cavaliere ci starebbe riflettendo, è la novità che emerge a tarda notte. Una novità che potrebbe incontrare anche l’ok del M5S: Di Maio, infatti, questa sera dava il suo via libera alla candidatura di Anna Maria Bernini – che ha poi declinato – o di un profilo simile.

Il tweet di Bernini

Anna Maria Bernini

@BerniniAM

‘È del tutto evidente che sono indisponibile ad essere il candidato di altri senza il sostegno del presidente @berlusconi e del mio partito’.

Lo strappo si consuma alle 18 quando Matteo Salvini rientra al Senato dopo aver comunicato, a cose fatte, a Silvio Berlusconi la decisione della Lega: a Palazzo Madama, già alla seconda chiama, i leghisti hanno votato Anna Maria Bernini. Una rottura clamorosa con il Cavaliere, deciso ad andare al ballottaggio sul nome di Paolo Romani, con l’obiettivo di chiudere l’intesa con M5S, per ora sulle presidenze delle Camere ma in prospettiva anche sul governo. Ma il via libera M5s alla senatrice azzurra non chiude i giochi: Bernini si ritira per lealtà al partito proprio mentre la Lega dà il via libera a Roberto Fico e ora potrebbe individuare un suo candidato per il Senato.  A scuotere i senatori, in mattinata, ci pensa Giorgio Napolitano, che in quanto senatore anziano presiede la seduta di Palazzo Madama. L’ex Capo dello Stato fa un intervento politico a tutto tondo nel quale, da un lato, fustiga il Pd bocciato nelle urne dall’auto-esaltazione del centrosinistra, dall’altro certifica che le elezioni sono state lo spartiacque a favore dei movimenti.

Durante la seconda chiama, Salvini esce allo scoperto: ‘Votiamo Bernini, un esponente di Fi, siamo responsabili, speriamo anche gli altri. Una mossa, ammette, per evitare l’abbraccio Pd-M5S comunicata a Silvio Berlusconi ma non concordata, sostiene il leader leghista, in un vertice con M5S. “

I voti a Bernini sono da considerarsi un atto di ostilità a freddo della Lega che da un lato rompe l’unità della coalizione di centrodestra e dall’altro smaschera il progetto per un governo lega-M5s, afferma Silvio Berlusconi che riunisce un vertice di guerra a Palazzo Grazioli e convoca Bernini.

In mezzo ai due fuochi resta Giorgia Meloni che continua ad invocare l’unità della coalizione.

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