Oggi seconda giornata del vertice Nato, tra i temi sul tavolo ci sono Afghanistan e Ucraina. La Nato mostra i muscoli e mette in campo 4 battaglioni multinazionali sul ‘fronte orientale’ in grado di dimostrare la forza dell’Alleanza. Perché sia chiaro che un attacco ad uno di questi paesi sarà considerato un attacco contro tutta la Nato. Un messaggio diretto a Mosca, che dal Cremlino parla di assurda retorica, con la quale l’alleanza non intende però chiudere il dialogo perchè ha un ruolo troppo importante per la sicurezza europea. Il summit Nato di Varsavia di certo non è un summit come gli altri, non solo per l’importanza della decisione presa nei confronti di Mosca, ma anche perché è il primo vertice del dopo Brexit e l’ultimo del presidente Usa Barack Obama. Il tema della fuga della Gran Bretagna dall’Ue è il primo ad essere affrontato, quando mancano alcune ore all’apertura del vertice con Obama che incontra i vertici europei per siglare l’accordo di cooperazione Usa-Ue. I timori riguardano il futuro dell’Unione, sul quale la decisione britannica getta una certa incertezza e non è un caso che il premier britannico David Cameron decida di presentarsi con un segnale concreto per dimostrare che la Brexit non intaccherà il rapporto con la Nato: ‘650 militari da schierare sul fronte orientale e una forza di intervento rapido da 3000 uomini pronto su chiamata’. Un messaggio chiaro e una risposta all’invito dei giorni scorsi degli Usa a rafforzarsi all’interno della Nato per mantenere la sua influenza internazionale una volta abbandonata l’Ue. L’alleanza del resto non corre grossi rischi di perdere peso dopo l’addio di Londra. Semmai può accadere il contrario come ha spiegato bene lo stesso Stoltenberg all’indomani del referendum: ‘Ora l’alleanza è più importante che mai come piattaforma per la cooperazione tra gli alleati europei’. Il convitato di pietra resta Mosca. L’alleanza ha dato il via libera al dispiegamento, che sarà a guida canadese in Lettonia, tedesca in Lituania, britannica in Estonia e statunitense in Polonia con mille uomini, mentre dagli altri paesi arriveranno altre forme di cooperazione e l’Italia sta valutando il suo contributo. Ma la realtà è che l’Alleanza non vuole chiudere la porta in faccia a Mosca. Se è vero che può rappresentare una minaccia sul fronte orientale, resta infatti un partner troppo importante per la sicurezza su quello meridionale. Anche il Cremlino da’ segnali di apertura e assicura che l’Alleanza Atlantica e la Russia hanno un grande spazio per la cooperazione, a patto che la Nato riesca ad abbandonare l’assurda retorica sulla minaccia russa.