Una lettera aperta ai pubblici minsiteri, all’ interno della quale Don Luigi Verzé, presidente della Fondazione San Raffaele del Monte Tabor, si assume tutta la responsabilità “morale e giuridica” del craack: “Del San Raffaele sono stato e sono io l’ispiratore” e “mi assumo tutta la responsabilità di quanto è stato compiuto”e “con questa mia lettera mi offro al giudizio di tutti, dei Signori Pubblici Ministeri, del Consiglio di Amministrazione, dell’opinione pubblica e rivendico l’intera responsabilità morale e giuridica di quanto avvenuto”.
Inoltre il sacerdote dichiara di non leggere da mesi la stampa: “ho pensato di fare come Gesù Cristo che, dopo aver guarito tanti ammalati e dopo averci donato una dottrina salvatrice, fu arrestato, calunniato e condannato alla croce: non si è difeso. Ma sono stato pregato di leggere una rassegna stampa e oggi non posso più tacere, con il rischio che il mio silenzio danneggi molti e in particolare l’Associazione dei Sigilli, persone tutte qualificate e assorbite con assoluta purezza nel travaglio della gestione dell’Uomo, immagine di Dio, secondo la filosofia del San Raffale, una associazione civilmente e canonicamente riconosciuta”.
“Oggi il San Raffaele – sottolinea Verzè – non è fallito. E’ stato messo sotto la protezione del Vaticano e della Giustizia. Sì, è vero, un aereo il dott. Mario Cal, mio Vice Presidente Esecutivo, mi propose di acquistarlo per risparmiare tempo e fatiche, sempre disponibile per andare in tutti i luoghi del mondo dove la dottrina del San Raffaele venisse conosciuta e realizzata”.
“Del San Raffaele , quindi, sono stato e sono io l’ispiratore; – prosegue – tutto quanto è stato necessario per la realizzazione di questa Opera nella aspirazione alla ottimalità in ciascuno dei suoi versanti risale a me; nulla di quanto essenzialmente connesso alla funzionalità del San Raffaele mi è estraneo: non so come Mario Cal abbia gestito nei particolari la sua funzione, ma escludo che abbia agito nel suo personale interesse e comunque mi assumo tutta la responsabilità di quanto è stato compiuto nella superiore finalità dell’Uomo realizzata dal San Raffaele”.
Infine Verzè ribadisce “la fondamentale importanza” dell’esistenza e “del perpetuarsi” del San Raffaele “nella panoramica della cultura e della sanità”. Nelle ultime righe della lettera scrive infine di confidare di “avere la forza (fisica) di affrontare dinanzi a tutti questo passo al quale non ho intenzione di sottrarmi” e di sapere ora “cosa significa essere con Cristo tempestato da insulti, sulla croce. Fa parte del mio programma Sacerdotale”.