L’industria italiana del vetro accoglie la sfida della decarbonizzazione. Elettrificazione, aumento della quota di energia green impiegata, nuovi combustibili; piani stringenti di riduzione dei gas serra per gli impianti produttivi attraverso nuove soluzioni tecnologiche; un approccio sistematico per ridurre l’impronta di carbonio della catena del valore; interventi sul prodotto, come l’alleggerimento di peso di bottiglie e vasetti e un maggior utilizzo di rottame nella produzione. Sono gli elementi principali della strategia su cui procede l’industria del vetro sulla strada della transizione energetica, che ha visto importanti investimenti per la riduzione di consumi e emissioni nel biennio 2021-2022 e la diminuzione delle emissioni di CO2 anche grazie all’utilizzo del rottame: nel 2022 sono state di 1.042.295 tonnellate le emissioni dirette risparmiate grazie all’uso del rottame di vetro.
E’ quanto ha registrato Assovetro, l’Associazione degli industriali del vetro aderente a Confindustria, esamina i risultati acquisiti e le sfide future che attendono un’industria simbolo del Made in Italy, prima in Europa per la produzione di contenitori.
Ravasi: il 68% delle aziende ha formalizzato una roadmap al 2030 e 2050
“Le soluzioni tecnologiche per un cambio di paradigma energetico ci sono – ha sottolineato il Presidente di Assovetro, Marco Ravasi – ma non basta, occorre definire un quadro normativo-regolatorio chiaro e duraturo, con adeguati sistemi incentivanti che rendano sostenibili gli investimenti per le aziende. Altri paesi, per facilitare la transizione energetica della propria industria energivora, hanno varato piani di supporto economico: la Germania, ad esempio, con i ‘ contratti di protezione del clima’ e gli Usa con sovvenzioni per 6 miliardi di dollari. Le aziende del vetro stanno facendo la loro parte. Il nostro report di sostenibilità ci dice che il 68% del campione esaminato ha formalizzato una roadmap di decarbonizzazione al 2030 e 2050 e molte vetrerie stanno già attuando importanti cambiamenti sia nel campo dei processi industriali che dei prodotti”.
Tutti i numeri della decarbonizzazione e della sostenibilità del vetro
La percentuale di energia rinnovabile sul totale dei consumi, autoprodotta o acquistata, ha rappresentato oltre l’11% nel 2022 (+1% rispetto all’anno precedente); la diminuzione del peso di bottiglie e vasetti prosegue, le bottiglie di vino hanno ridotto in media il loro peso del 12% negli ultimi 10 anni, richiedendo minor consumo di materie prime, di energia e, di conseguenza, producendo minori emissioni di CO2; l’utilizzo del rottame di vetro è arrivato all’85/87% di media (potenzialmente potrebbe arrivare al 100%) nella produzione delle bottiglie scure (l’utilizzo di una tonnellata di rottame consente di risparmiare 0,67 tonnellate di CO2). Se tutti i forni italiani che producono bottiglie chiare (quelle che utilizzano una minor quantità di rottame) passassero al vetro scuro le emissioni di CO2 diminuirebbero di circa l’8%.
Ma l’industria nazionale del vetro, come registra il Rapporto di Sostenibilità 2023, non ha solo ridotto la CO2, ma anche, tra il 2016 e il 2022, le emissioni di NOX del 41%, quelle di SOX del 49% e le polveri del 53%. Anche i consumi idrici hanno registrato nel 2022 un calo del 39% rispetto al 2016 (addirittura del 7,2% tra il 2021 e il 2022), anche attraverso un importante contributo del recupero.
La produzione di contenitori
Il perdurare della crisi geopolitica e dell’inflazione hanno fatto registrare nel 2023 un calo dei consumi in tutta Europa, Italia compresa, e di conseguenza anche della produzione dei contenitori in vetro, “vestito” d’eccellenza per cibi e bevande. La produzione di vetro cavo nel 2023 è diminuita del 5,3%. In particolare, la produzione di bottiglie è calata sempre del 5,3% e quella dei vasi dello 0,9%. È diminuito anche l’import e l’export di bottiglie rispettivamente dell’11,6% e del 18,3%. Per i vasi invece, mentre l’export è calato del 30%, l’import è aumentato del 5,5%.