Stop alla condivisione di informazioni riservate con i servizi segreti italiani e stop alla consegna di materiale «sensibile», per esempio attrezzature militari, nei porti di Genova e di Trieste. Ecco quale sarà, in concreto, la prima reazione degli Stati Uniti, se l’Italia aderirà alla nuova Via della Seta promossa dalla Cina. Lo hanno spiegato al collaboratori di John Bolton, il Consigliere per la sicurezza nazionale di Donald Trump. La conversazione è stata organizzata dal portavoce Garrett Marquis.
I consiglieri di Bolton chiariscono il contesto: noi stiamo mettendo in guardia numerosi Paesi dai rischi insiti nella «Belt and Road Initiative». Ma l’Italia per noi rappresenta un caso particolare, perché è un grande Paese, un nostro stretto alleato e fa parte del G7. Noi pensiamo che la Cina non abbia scelto a caso. Forse pensano che l’Italia abbia l’economia più debole e il sistema politico più manipolabile all’interno del G7. A questo punto l’Italia può dimostrare che tutto ciò non è vero.
In realtà tra i grandi Paesi c’è anche la Germania. Il Wall Street Journal rivela che l’ambasciatore americano a Berlino, Richard Grenell, ha scritto una lettera-avviso al governo tedesco: se consentirete a Huawei o ad altre società cinesi di partecipare al progetto di connessione 5G, l’internet super veloce in grado di far «dialogare» anche gli oggetti, gli Stati Uniti «non potranno più mantenere lo stesso livello di cooperazione con i servizi segreti tedeschi».
Ultima notazione dai collaboratori di John Bolton: i grandi Paesi come Italia e anche Germania rischiano di trovarsi in compagnia di economie e di Stati come Pakistan o Kenya. Senza contare che alcuni potenziali partner dei cinesi, come Sri Lanka o Malaysia, si sono già tirati indietro.