Bonus famiglia, contratti a chiamata rivisitati, contratti di somministrazione agevolati, mini-jobs alla tedesca. Nel vuoto lasciato dalla scomparsa dei voucher, emerge la preoccupazione di chi ora deve rintracciare gli strumenti più adatti per sostituire i buoni lavoro da 10 euro nati per per compensare i lavoretti occasionali.
Ieri, il consiglio dei ministri, ne ha sancito la definitiva scomparsa, lasciando comunque una fase transitoria fino al 31 dicembre per consentire a chi ha comperato i buoni lavoro prima dell’entrata in vigore del decreto legge di poterli ‘spendere’.
Da quando scatterà lo stop per la pubblicazione in Gazzetta del decreto è si creerà un vuoto di regole, e quindi c’è necessità di mettere a punto nuove norme per famiglie e imprese che disciplinino i lavori saltuari. Il governo Gentiloni vuole procedere confrontandosi con le parti sociali. Anche se prima della sentenza della Cassazione con cui viene certificato che il 28 maggio non ci sarà nessun referendum, non si potrà predisporre alcun provvedimento.
Il tentativo è quello di presentare un testo di legge entro l’estate.
Il problema reale è che non c’è consenso per adeguarsi totalmente alla linea della Cgil. Di sicuro Cisl e Uil non intendono aderire alle proposte sul lavoro occasionale contenute nella carta dei diritti della Cgil. Il testo è stato incardinato alla Camera ma, come spiega il presidente della commissione Lavoro, Cesare Damiano, ‘ancora non è stata fissata nessuna data per l’avvio del confronto’. Damiano insiste sulla necessità di dare subito risposte alle famiglie che non sanno più come pagare la baby sitter o la badante per il lavoro domenicale e si profila il bonus famiglie per permettere di svolgere lavoretti, con tetto massimo fissato a 3mila euro.
Per le imprese ci sono varie ipotesi in campo, come rendere meno caro il contratto di somministrazione fiscalizzandone alcune parti o ricorrere ai mini-jobs alla tedesca. Il problema per le imprese nasce perchè strumenti diversi, al contrario dei voucher che non prevedono un rapporto di lavoro, sono dei contratti veri e propri.
Ovvero, a parità di diritti, hanno un costo più elevato.