Via Lattea, scoperta rivoluzionaria: fotografato un buco nero al centro della galassia

Scoperta rivoluzionaria nel cuore della Via Lattea. Al centro della galassia è stata certificata l’esistenza di un buco nero, a tre anni dalla prima foto con protagonista un altro buco nero, l’M87. I ricercatori l’hanno definita una “prova schiacciante”. Ma perché la scoperta è così importante?

Il buco nero della Via Lattea: che cos’è l’anello luminoso e quanto è distante dalla Terra

A tre anni dalla prima foto di un buco nero, quello della galassia M87, la nuova immagine conferma definitivamente l’esistenza di un buco nero al centro della Via Lattea, la galassia del sistema solare.

I ricercatori, nella conferenza stampa organizzata a Roma, l’hanno definita una “prova schiacciante”.

Il buco nero non è visibile direttamente perché non emette luce: si vede uno spesso anello di gas brillante, delle dimensioni che avrebbe se fosse intorno alla Luna, che circonda una regione centrale scura chiamata ‘ombra’.

L’anello è prodotto dalla luce distorta dalla potente gravità del buco nero, che ha una massa pari a 4 milioni di volte quella del Sole ed è distante dalla Terra 27 mila anni luce, in direzione della costellazione del Sagittario.

Le differenze con M87, il primo buco nero fotografato

Sebbene i due buchi neri sembrino molto simili, quello della Via Lattea è oltre 1.000 volte più piccolo e meno massiccio rispetto a M87.

Le due fotografie dei due buchi neri: M87 a sinistra, Sagittarius A – nel cuore della Via Lattea – a destra

La foto è stata scattata grazie a 8 radiotelescopi, compreso Alma, il più potente del mondo.

Realizzarla non è stato semplice, visto che – essendo più piccolo di M87 – il gas gli ruota intorno molto velocemente: per completare un’orbita intorno al buco nero impiega pochi minuti (M87 invece alcuni giorni).

Spazio, oggetto misterioso si fonde con un buco nero: la scoperta

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Pertanto, per ottenere l’immagine è stato necessario fare una media delle numerose immagini ottenute nella campagna di ricerca.

I ricercatori che hanno presentato la scoperta sono diversi. Tra loro, a presentare la scoperta sono stati:

Ciriaco Goddi, dell’Università di Cagliari, Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn);

Elisabetta Liuzzo, Nicola Marchili e Kazi Rygl, tutti e tre dell’Inaf;

Mariafelicia De Laurentis, dell’Università Federico II di Napoli e Infn;

Rocco Lico, dell’Instituto de Astrofisica de Andalucia e Inaf.

A partecipare allo scatto storico, però, oltre 300 ricercatori di 80 istituti in tutto il mondo, che insieme formano la Collaborazione Eht.

A sottolineare la bontà della cooperazione internazionale ci ha pensata la ministra dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, che ha commentato la foto del buco nero: “È uno straordinario risultato della cui portata – ha detto – riusciremo a renderci conto davvero solo con il tempo”.

Una scoperta importante per l’Italia, che si conferma in prima linea nell’esplorazione spaziale come conferma la missione a cui sta partecipando Samantha Cristoforetti.

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