Giorgia Meloni non ha potuto non stigmatizzare come i toni usati dal “Pd in questa campagna elettorale” siano stati da “partito estremista. A pochi giorni dal voto Enrico Letta è andato a cercare il sostegno della Spd, il partito dei socialdemocratici che governa in Germania. Il quale ha fatto quel che il segretario dem si attendeva, sputare veleno contro la destra. “Una vittoria della post-fascista Giorgia Meloni metterebbe l’Italia sulla strada sbagliata” è stato il monito di Lars Klingbeil, presidente dell’Spd . Un assist per tentare di condizionare gli elettori e, come sempre, incutere timore.
Ancora un attacco dalla Germania. Il centrodestra è sempre di più nel mirino teutonico e la stampa tedesca non lascia passare giorno senza attaccare il centrodestra italiano. In ordine di tempo è il settimanale di Amburgo, Stern, a scaricare odio sulla coalizione moderata. E lo fa con toni vergognosi definendo così Berlusconi, Salvini e Meloni: “Un magnate dei media sessista, un teppista politico egocentrico e una bionda donna romana le cui grida di battaglia sono: ‘Io sono Giorgia! Sono una donna! Sono una madre! Sono una cristiana!'”.
“Tutto quello che dovete fare ora – continua ‘Stern’ – è immaginare queste parole in italiano, sottratte a un ritmo da discoteca, e ci siete dentro, nel teatro politico di fine estate 2022”. Non poteva certo mancare il “pericolo fascista”. Il settimanale tedesco si allinea alle posizioni dell’Spd che recentemente insieme a Letta ha attaccato il centrodestra italiano: “Una stagione definita surreale che vede l’Italia spostarsi verso l’estrema destra nelle prossime elezioni. Con Giorgia Meloni, prima donna premier, e alla guida di un partito che ha le sue origini nelle organizzazioni post-fasciste”. Insomma parole durissime e irrispettose a pochi giorni dal voto. L’ennesima ingerenza dalla Germania per influenzare il risultato delle elezioni.
La Meloni non ci sta. Non si va all’estero a prendere benedizioni di un partito di un’altra nazione e a farsi dire quel che si vuole che dicano. “Mi chiedo: Letta cosa è andato a fare in Germania? Spero che abbia chiesto a Scholz di parlare del tetto al prezzo del gas per l’Italia”, argomenta con sarcasmo la Meloni. “Perchè l”alternativa potrebbe essere che sia andato a barattare l’interesse nazionale in cambio del suo interesse personale. E questo sarebbe molto grave…”, risponde intervistata da Rainews24.
A breve giro di posta arriva la replica di Letta: “Sono rimasto esterrefatto dalle parole di Giorgia Meloni a commento della visita a Berlino e delle discussioni avute con il cancelliere tedesco. Nelle quali ho affrontato i temi degli interessi del nostro Paese sull’abbassamento delle bollette e sui costi dell’energia”. Peccato che non se ne abbia traccia. Letta a margine della sua visita a Pompei tenta di rispondere nel merito. Ma non ci riesce. Le parole di Lars Klingbeil contro la Meloni sono state precise e livorose. Pertanto Letta non è credibile quando ribatte che “le polemiche sulla mia visita sono tutte fuori posto”.
Sono un pò stanca, è normale, abbiamo fatto 20 Regioni in 20 giorni in un tempo rapidissimo”, ammette Giorgia Meloni reduce da comizi in tutta Italia. Quando poi le fanno notare che in caso di vittoria e approdo a palazzo Chigi ci sara ancora più da fare, la leader di FdI col sorriso confessa di ”avere un pò d’ansia”. Ma poi la “bella benzina arriva dalle piazze” con la gente e dal loro ”entusiasmo”. L’importante comunque è mantenere la lucidità e la calma nonostante la stanchezza”. Tornando sul tema sicurezza nelle piazze annuncia di avere “sentito al telefono Lamorgese: ‘Ma per la verità l’ho sentita anche prima di fare la mia denuncia. Io non sono una persona che si preoccupa facilmente, ma ora lo sono a vedere gruppi organizzati che in almeno 5-6 mie manifestazioni con tanto di cartelli in corteo nelle piazze cominciavano a protestare e insultare in mezzo ai sostenitori di Fdi. Il rischio che prima o poi ci sia qualche problema in piazza, conoscendo la sinistra italiana, c’è. Da qui la mia denuncia pubblica. Spero che poi non si dia la responsabilità a Fdi”.
La Lamorgese è avvisata. Dopo le “provocazioni” di Palermo, sfociate nella reazione della polizia (che la sinistra e giornali come Repubblica hanno immediatamente scaricato sulla Meloni chiamando in causa i manganelli fascisti…) si preannuncia un venerdì pomeriggio caldo a Bagnoli, quartiere della zona occidentale di Napoli scelto dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni per un’iniziativa politica a poche ore dalla fine della campagna elettorale. I segnali dal quartiere che ospitava l’acciaieria Italsider, storica zona comunista ad alta presenza operaia, sono inquietanti.
La notizia della manifestazione “Coordinate per il Futuro, Giorgia Meloni incontra la Generazione Z a Napoli” che si terrà nel pomeriggio di venerdì 23 settembre all’Arenile di Bagnoli ha provocato l’immediata risposta della sinistra antagonista e dei centri sociali, che si preparano a scatenare l’inferno cercando l’incidente. “Presidieremo il territorio”, scrivono, “faremo le barricate”, commenta un altro sui social. Non proprio annunci pacifisti da chi sostiene di essere contro la guerra.
In prima linea è il “Laboratorio politico Iskra“, realtà con sede proprio a Bagnoli e di recente impegnato in azioni di protesta contro l’alternanza scuola-lavoro e il caro bollette. Ma venerdì farà le barricate per non far parlare la Meloni, come veri democratici…
“Giorgia Meloni a Bagnoli? Ai nostri posti ci troverete”, titola il post pubblicato dagli attivisti su Facebook con il quale annunciano non una contestazione fuori l’Arenile, ma il “presidio” del territorio di Bagnoli per l’intera giornata di venerdì. Questo per sfuggire a quello che definiscono “trappolone” che “vede la Meloni e Fratelli d’Italia pronti a sfregarsi le mani di fronte all’ennesima contestazione dei centri sociali. Venerdì – scrivono – non regaleremo alla Meloni nelle ultime giornate della campagna elettorale la possibilità di accomunarci alla ‘sinistra dei centri sociali’ con una contestazione fuori l’Arenile. Presidieremo il nostro territorio per l’intera giornata, per garantire con l’autodifesa popolare la protezione dalla fuoriuscita di questi soggetti che la presenza della Meloni potrebbe garantire“.
Giorgia Meloni oggi dovrebbe avere prima un incontro con i vertici dell’Unione Industriali di Napoli aderente a Confindustria, nel centralissimo quartiere di Chiaia, per poi partecipare a una manifestazione elettorale nella zona Ovest, all’Arenile di Bagnoli, con un comizio elettorale dal titolo “Coordinate per il futuro” per il quale è previsto l’afflusso di autobus dall’area metropolitana di Napoli e da altre zone della Campania, in quella che da sempre è considerata, politicamente, una zona rossa.
Il volantino in cui si annuncia la mobilitazione
Napoli “e con essa Bagnoli e tutto il territorio flegreo – sottolineano – è una città e un territorio che guarda ad un altro mondo possibile, è radicalmente antifascista, antirazzista e anti sessista che non ha mai temuto di dover scacciare omofobi e xenofobi anche con mazze e pietre. Non possiamo permettere che lo sdoganamento dato da alcuni partiti politici dia spazio e agibilità locale ai fascisti e ai loro lacchè e per questo motivo gli impediremo di poter stare tranquillamente nel quartiere di Bagnoli che di passerelle, promesse e slogan ne ha visti già troppi e di fronte ai quali solo la capacità di organizzazione autonoma dei suoi abitanti è riuscita a garantire dei miglioramenti oggettivi sui temi del lavoro, della bonifica, della vivibilità e degli spazi sociali”.
Quella promessa – gli impediremo di stare nel quartiere – suona sinistro, molto sinistro.