La dura vertenza dei lavoratori contro Embraco, la società brasiliana del gruppo Whirlpool che ha deciso di licenziare 500 persone nel suo stabilimento in provincia di Torino e di trasferire la produzione di compressori per frigoriferi in Slovacchia, per praticare il dumping sociale che deriva dai bassi salari, dopo aver goduto di varie agevolazioni economiche in Italia, è l’ultima delle vicende che vedono lo sgretolamento dei diritti sociali nel nostro Paese.
Sono, infatti, 497 i lavoratori dello Stabilimento Embraco di Riva di Chieri in provincia di Torino che rischiano il posto di lavoro.
La società brasiliana di proprietà del gruppo Whirlpool che produce elettrodomestici lo scorso dieci gennaio aveva annunciato di voler trasferire la produzione in Slovacchia e di mantenere in Piemonte solo la parte commerciale. Da qui le tante iniziative per far recedere l’azienda dalla decisione presa: manifestazioni sindacali,incontri pubblici, riunioni ministeriali, passaggi televisivi e radiofonici.
Si avverte la necessità di un sindacalismo in Italia, che promuova azioni contrattuali sovranazionali e rafforzi il livello aziendale, con meno timidezza nella rivendicazione di diritti di informazione e di codeterminazione nei confronti delle imprese. Ma i sindacati sono chiaramente a corto di idee, proposte e inziative, e l’unica voce che si sente nelle vertenze occupazionali è quella del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda. Un tempo erano i ministri del Lavoro ad intervenire in questi casi a favore degli operai. Una volta i ministri del Lavoro erano Giacomo Brodolini, ex sindacalista della Cgil, che volle lo Statuto dei lavoratori e si definiva ‘il ministro dei lavoratori’; Carlo Donat Cattin, ex sindacalista della Cisl, che nel 1969 impose agli industriali il contratto dei metalmeccanici che suggellò l’autunno caldo operaio guidato dai grandi leader sindacali Benvenuto, Trentin e Carniti; Ezio Vigorelli, ex sindacalista della Uil, che volle la legge sull’efficacia generale delle retribuzioni previste dai contratti collettivi: altri tempi, altri uomini, altra politica, altro sindacato.
Embraco, ha detto Vanessa Costa all’agenzia di stampa Ansa, e’ consapevole delle proprie responsabilità nei confronti dei propri dipendenti e si impegna a lavorare in stretta cooperazione con i rappresentanti sindacali, le autorità di governo e locali al fine di trovare soluzioni adeguate e praticabili per tutte le persone coinvolte.
Il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, sarà a Bruxelles con una delegazione dei lavoratori dell’Embraco per sensibilizzare le istituzioni europee. In programma un duplice appuntamento, alle 10 un incontro con il presidente del Parlamento Ue Antonio Tajani, e intorno alle 12 uno con una delegazione di parlamentari europei.
Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, aveva annunciato che esisteva un azienda straniera intenzionata a rilevare lo stabilimento, ma che avrebbe fornito in seguito dettagli precisi al riguardo, dopo un’attenta azione di ‘scouting’ da parte di Invitalia.
Venerdì prossimo a Torino Carmelo Barbagallo, segretario generale della Uil, insieme ai leader metalmeccanici di Fim,Fiom e Uilm (Francesca Re David, Marco Bentivogli e RoccoPalombella), terra’ un’assemblea pubblica con le tute blu torinesi. Il tema dell’assise sindacale e’ ‘Per il lavoro, dalle crisi aziendali al rilancio di una politica industriale nel territorio’. La vicenda Embraco sarà al centro della discussione, al punto che già si sta lavorando ad uno sciopero generale dei metalmeccanici di Torino e provincia a cui aderiranno tutte le categorie sindacali dell’industria. La data ipotizzata al momento e’ quella di martedì 13 marzo.