Una rivelazione che ha scatenato forti polemiche, quella del vicequestore Marco Ciacci. Stando alle su parole infatti, “Iris Berardi, Michelle Conceicao e Ruby, svolgevano abitualmente attività di prostituzione”. Ciacci, eseguì le indagini che poi coinvolsero dal 21 dicembre scorso l’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ora a processo per concussione e prostituzione minorile. Berardi, Conceicao e Ruby fanno parte delle tre ragazze che testimonieranno al processo a carico dell’ex premier. La deposizione di Ciacci è iniziata con tre ore di ritardo alle 14:45 perchè prima c’era stata una lunga polemica in aula sulle modalità di acquisizione delle prove.
Al fine di dimostrare l’attività di prostituta della marocchina Ruby, minorenne all’epoca dei fatti, il pm Antonio Sangermano ha mostrato in aula foto erotiche scattate in un locale notturno di Genova, l’Albikokka.
Tali scatti, erano già circolati nei mesi scorsi su alcuni siti internet. Il magistrato ha spiegato, chiedendo ai giudici di acquisire le fotografie, che sono rilevanti perché dimostrano le ”prassi comportamentali” della ragazza all’epoca delle indagini e ”la sua contiguità a contesti prostitutivi”.
Inoltre, altro dato che incastrerebbe le ragazze, riguarderebbe una lettera anonima indirizzata alla madre di Iris Berardi sequestrata durante una perquisizione e in cui si faceva riferimento all’attività di prostituzione della figlia.
Pm Sangermano: processo durerà all’ infinito. ”Con questo sistema il processo durerà all’infinito, perché la difesa sta riproponendo questioni già poste su cui voi giudici vi siete già pronunciati”. Così è intervenuto in aula il pm di Milano Antonio Sangermano, nel corso del processo sul caso Ruby a carico di Silvio Berlusconi, mentre i legali dell’ex premier Niccolo’ Ghedini e Piero Longo stavano sollevando una delle tante eccezioni che stanno ritardando l’ingresso in aula dei primi testimoni. In particolare, i difensori dell’ex premier, hanno chiesto ai giudici della IV Sezione Penale di Milano la revoca dell’ordinanza con cui il tribunale aveva ammesso prove e testimoni nella scorsa udienza e poi hanno sollevato la questione che oggi i testi (alcuni operanti di polizia giudiziaria che seguirono le indagini) non possono essere sentiti, perché , hanno spiegato i legali, i periti non hanno ancora trascritto le intercettazioni. Poco prima il presidente del Collegio Giulia Turri aveva spiegato che dato che i testi ”non possono riferire sulle intercettazioni telefoniche”, oggi si deve dare corso alle deposizioni. Sono però intervenuti i legali di Berlusconi illustrando a voce lungamente le loro tesi difensive, e a quel punto il pm è intervenuto con decisione dicendo: ”Chiedo che infine si proceda, perché la difesa sta ponendo sempre le stesse questioni”. E rivolto a giudici, ha detto: ”Vi prego di interromperli e di introdurre i testi”. Ora il tribunale e’ in camera di consiglio per decidere se dare inizio alle testimonianze.
C.I.