Villa Albergoni, lo storico palazzo nobiliare situato nel centro abitato di Moscazzano, in provincia di Cremona, in Lombardia, è stata venduta. La conferma è arrivata direttamente dal sindaco del paese lombardo Gianluca Savoldi, come riportato da ‘Il Giorno’.
La villa, da tempo chiusa e disabitata, è tornata recentemente alla ribalta per aver ospitato alcune scene del film “Call Me By Your Name” (“Chiamami col tuo nome“) del regista Luca Guadagnino, premiato con l’Oscar per la miglior sceneggiatura non originale. L’edificio era stato affidato a un’agenzia e proposto per la vendita a un prezzo pari a 1,7 milioni di euro. Ora, però, non si conosce la cifra a cui è stata realmente venduto né l’acquirente.
Alla scoperta di Villa Albergoni
Villa Albergoni è anche nota come Villa Griffoni Sant’Angelo o Villa Stramelli. Si tratta di una villa nobiliare, fatta costruire con ogni probabilità nel XVII secolo. Tale riferimento temporale è dedotto dalla presenza, all’interno del palazzo, di affreschi realizzati dal pittore Aurelio Busso, nato a Como e vissuto proprio in quel periodo. È probabile che la villa derivi dalla trasformazione di un più antico castello.
Costruita su un’altura artificiale, la villa è circondata da un parco di 2 ettari. Ha una pianta rettangolare (quasi quadrata) e si sviluppa su due piani, contando una trentina di stanze. Ai due angoli opposti della costruzione spiccano due torrette, forse già esistenti nel precedente castello. Per composizione e stile (soprattutto nelle finestre e nella fascia sottotetto), le facciate di Villa Albergoni ricordano quelle del vicino Palazzo Benvenuti di Montodine.
Alla scoperta di Moscazzano
Moscazzano, in dialetto cremasco chiamato “Moscasà”, è un piccolo borgo in provincia di Cremona che conta circa 750 abitanti. Oltre a Villa Albergoni, vanta altri palazzi di interesse, come per esempio Palazzo Marazzi e Palazzo Groppelli.
Tra le architetture religiose spiccano, invece, la Chiesa parrocchiale di san Pietro (costruita tra il 1797 e il 1801, con rimandi neoclassici, tele di Mauro Picenardi e calotta affrescata da Angelo Bacchetta), l’Oratorio di San Carlo presso le cascine Colombare (costruito alla fine degli anni Cinquanta), l’Oratorio di san Donato (già esistente nel XVI secolo e poi ricostruito nel 1708) e il Santuario della Madonna dei Prati.