Viminale: ‘Nel 2024 sbarchi di migranti diminuiti del 62%’. Piantedosi: ‘Aumentati del 20% rimpatri migranti irregolari’

Nonostante il Ferragosto torrido, dal Viminale arrivano notizie del   governo Meloni sui migranti.  “Solo quest’anno – dice il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi durante la tradizionale conferenza di Ferragosto – è stata impedita la partenza di 60 mila migranti dalle coste di Libia e Tunisia”.

“Paesi dai quali peraltro – prosegue il titolare del Viminale – con il sostegno delle organizzazioni internazionali, oltre 9 mila migranti solo negli ultimi 6 mesi hanno beneficiato di rimpatri volontari assistiti. Una strategia a 360 gradi che quest’anno ha portato ad una riduzione degli sbarchi sulle nostre coste di oltre il 62% rispetto al 2023, a fronte di un aumento degli arrivi superiore al 150% lungo la rotta del Mediterraneo Occidentale e del 57% su quella Orientale. Particolarmente significativo è quanto avvenuto a Lampedusa dove nei primi 7 mesi di quest’anno sono arrivati 21 mila migranti, pari a meno 64% rispetto allo stesso periodo del 2023 quando erano stati ben 58mila”.

Numeri che zittiscono le critiche anche “sul fronte dei rimpatri, che fanno segnare un aumento del 20%, anche grazie alle recenti operazioni straordinarie condotte da tutte le Questure per allontanare dal nostro Paese i migranti irregolari“.

Piantedosi elenca numeri inoppugnabili che confermano il cambio di passo significativo. “Sulla lotta ai trafficanti di esseri umani, sono 118 gli arrestati da gennaio ad oggi, di cui 40 scafisti e 78 trafficanti, con un incremento del 10% rispetto all’anno precedente a fronte alla già segnalata importante contrazione degli sbarchi”.

Alla conferenza di Ferragosto al Viminale anche i sottosegretari Nicola Molteni ed Emanuele Prisco, il capo della Polizia di Stato, i vertici dell’ Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Polizia penitenziaria, dei Vigili del fuoco, del Dipartimento della Protezione civile e delle Capitanerie di porto. Tutti consapevoli di un cambio di passo rilevante, che conferma il buon lavoro dell’esecutivo.

In particolare, da gennaio a luglio del 2024 sono arrivati in Italia 33.480 migranti, il 62,3% in meno rispetto agli 88.939 dello stesso periodo dello scorso anno e il 19,2% in meno rispetto ai 41.435 del periodo di riferimento di due anni fa. Dai dati emerge anche un incremento pari al 64% sul Mediterraneo centrale e del 75% lungo sulla rotta balcanica. Inoltre nel report, viene evidenziato un progressivo aumento degli arrivi lungo le tratte del Mediterraneo occidentale e orientale che hanno coinvolto, con percentuali del +153% e +57% la Spagna e la Grecia. Nei primi sette mesi dell’anno la Libia ha interrotto 12.548 partenze di Migranti irregolari e la Tunisia 46.030. Nello stesso periodo sono stati effettuati 3.079 rimpatri, rispetto ai 1.989 di due anni fa e 2.572 del 2023. Alla frontiera con la Slovenia, dal 21 ottobre 2023 al 4 ottobre scorso sono stati bloccati 3.846 cittadini stranieri irregolari.

Migranti, lo dicono i nuovi dati: crollano gli sbarchi in Italia. La macchina dei rimpatri è oliata e in funzione. E gli scafisti ora sono costretti a virare su Spagna e Grecia. E allora vediamoli questi numeri che certificano con la verità assiomatica della matematica percentuale e dei riscontri annuali come la strategia pensata e attuata dal governo Meloni stia funzionando.

Dunque, tradotti in risultati i numeri ci dicono che c’è stato un calo degli sbarchi del 62,4%, con 37.031 ingressi al 12 agosto di quest’anno rispetto ai 98.535 della stessa data del 2023. Una diversificazione al cubo delle rotte e dei Paesi di approdo, con un aumento del 155% di sbarchi in Spagna e del 222% in Grecia, sia pure – riferisce Il Giornale sul punto in un dettagliato servizio – «con numeri complessivi ben lontani dai nostri visto che gli arrivi nel Paese iberico sono stati 20.774 e quelli nella Penisola ellenica 15.225».

Crollano gli sbarchi in Italia, gli scafisti ora puntano su Spagna e Grecia.

Sul fronte dei rimpatri assistiti verso la Libia e Tunisia si registra un altro significativo aumento, che ha raggiunto quota 9.000 in sei mesi. Dunque, più di qualcosa si sta muovendo sulla linea da sempre incandescente del controllo dei flussi dell’immigrazione clandestina. La strategia degli accordi e della collaborazione con i governi dei Paesi di partenza adottata da Giorgia Meloni e dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi sta producendo e rivelando risultati perseguiti e ottenuti decisamente importanti.

Del resto, e ce lo dicono sempre i dati ufficiali, un calo attorno al 60% si era già registrato al primo di luglio. Ma questo trend è continuato nei mesi più caldi, consolidandosi e rivelando esiti pervicacemente perseguiti e ora ottenuti in forza del Piano Mattei e di una politica di deterrenza garantita, tra l’altro, anche dall’apertura dei centri di accoglienza in Albania. Insomma, innegabile che abbia contribuito al successo dell’operazione di gestione e controllo dei flussi anche un fattore psicologico e la condivisione di politiche di contrasto messe in campo in maniera costante e coerente con gli intenti dichiarati.

Di certo, non si può negare – e non solo da un punto di vista numerico – che stanno funzionando gli accordi con i Paesi del Mediterraneo. Basti pensare che, come rileva appunto Il Giornale, che solo «un anno fa eravamo sommersi dai barchini che dalla Tunisia che scaricavano decine di migliaia di irregolari sulle nostre coste. Il nuovo clima di fiducia stato stabilito dalla premier con il presidente Kais Saied e il lavoro di sponda con la Commissione europea ha prodotto risultati concreti».

Proprio il presidente della Tunisia, Kais Saied, ha promesso che il Paese non tollererà l’immigrazione irregolare. Secondo una dichiarazione della presidenza, ha affermato durante un incontro con il ministro degli Esteri ivoriano, Kacou Adom, che la Tunisia «accoglie i suoi fratelli africani e si impegna a trattarli umanamente, ma non permetterà che esistano migranti irregolari sul suo territorio».

Durante l’incontro al Palazzo di Cartagine, Saied ha sottolineato la «necessità di adottare un approccio globale alla migrazione irregolare per porre fine a questo fenomeno, sradicarne le cause profonde e combattere le reti criminali coinvolti nel traffico di esseri umani e nel commercio di organi». Il Paese nordafricano si trova ad affrontare una crescente pressione da parte dell’Europa affinché eserciti controlli più severi sulle sue coste e impedisca la partenza delle barche di migranti. Pertanto, Saied ha ripetutamente confermato che la Tunisia «non sarà una terra per il reinsediamento dei migranti irregolari e sta lavorando per garantire che non sia un punto di transito per loro».

Perché, oltre a quanto appena evidenziato, la situazione si è notevolmente alleggerita anche nei rapporti con la Libia e con la Turchia. Il che ha prodotto innegabili passi in avanti anche sul fronte dei rimpatri volontari assistiti. Ecco i dati snocciolati da Giornale e Sole 24 ore a confermarlo allora: nei primi sei mesi del 2024 sono stati quasi 9.000 i rimpatri assistiti: 5.111 dalla Libia. 3.800 dalla Tunisia. Al 4 agosto 2024, inoltre, i migranti tratti in salvo in eventi Sar sono stati complessivamente 21.358: gli assetti statali ne hanno tratti in salvo 14.619, mentre le Ong 6.739 (31,5% del totale Sar).

Nell’omologo periodo del 2023 i migranti tratti in salvo in eventi Sar erano stati complessivamente 67.986: gli organi statali ne avevano tratti in salvo 64.140. Mentre le Ong 3.846 (5,6% del totale Sar). E veniamo allora allo specifico di alcuni elementi forniti proprio oggi, per esempio, dalla Polizia di Stato attraverso i controlli svolti dall’Ufficio Immigrazione della Questura di Torino.

Ufficio che ha reso noto di aver effettuato 14 rimpatri nel mese di luglio 2024, mentre già nella prima settimana di Agosto sono 5 le persone rimpatriate. Si tratta di 2 cittadini rumeni, 1 albanese, 1 ivoriano ed 1 senegalese riguardanti soggetti che si sono macchiati, sul nostro territorio, di reati di particolare allarme sociale. Allarme che punta a ridimensionare i suoi estremi di pericolosità e endemica gestione critica. Fino ad oggi.

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