Quando non ci sono più circoscrizioni da scrutinare, il ‘Leave’ ha ottenuto il 51,9% dei voti e il ‘Remain’ il 48,1%. Per la Brexit, riferisce il sito della Bbc, hanno votato 17.410.742 elettori mentre per restare nell’Ue i voti sono stati 16.141.241. L’affluenza al referendum viene fissata al 72,2%. Ed è il panico sui mercati finanziari con la sterlina ai minimi dall’1985 sul dollaro. Crolla l’Asia mentre si annuncia una giornata dura per le borse europee. Lo spread tra Btp e Bund apre in forte rialzo a 157 punti base dai 130,2 punti base della chiusura di ieri, dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue. Il rendimento è all’1,39%. Il tasso del Bund a 10 anni è crollato a -0,17%. Il differenziale tra Bonos spagnoli e Bund ha superato la soglia dei 160 punti base a 163,7 punti. Nel giorno che ha decretato la vittoria del fronte del ‘Leave’ in Gran Bretagna la Borsa di Tokyo ha assorbito gran parte dello sbigottimento degli analisti, man mano che si concretizzava lo scenario della Brexit nel corso della notte in Europa. A poco è servito il dispositivo del ‘circuit breaker’, applicato dalle autorità di borsa a metà giornata, per tentare di limitare le perdite. L’indice Nikkei ha terminato con un calo del 7,92% lasciando sul terreno 1.286 punti a quota 14.952,02. La sorpresa è stata forte e i crolli sui mercati proporzionati: nelle ore dello spoglio del referendum in Gran Bretagna i listini sono crollati (sterlina -10%, la Borsa di Tokyo ha toccato punte di calo dell’8%, i futures sull’avvio della Borsa di Londra sono arrivati a cedere il 9%), mentre i beni rifugio (oro e derivati sui titoli di Stato Usa) stanno ovviamente correndo. Il mercato azionario di Tokyo, che ha applicato il ‘circuit breaker’ per inibire le funzioni di immissione e modifica degli ordini limitando i ribassi troppo elevati, è il listino borsistico aperto durante lo spoglio del voto che ha accusato maggiormente il colpo, arrivando a perdere con l’indice Nikkei fino all’8,17%, lasciando sul terreno oltre 1.300 punti. Hong Kong scende oltre il 4%, con Seul, Sidney e Mumbai che cedono più del 3%. Meno accentuati (attorno ai due punti percentuali) i cali di Singapore, Bangkok e Jakarta, mentre anche le Borse cinesi, che in un primo momento hanno provato a tenere, dopo la la pausa di metà seduta raddoppiano le perdite: Shanghai perde scende di oltre il 2% e Shenzhen più del 3%. Ma quello che preoccupa di più sono i ‘futures’ sull’avvio delle Borse occidentali: quelli sulla partenza della Borsa di Londra continuano a peggiorare con le stime del circuito Bloomberg sull’indice Ftse 100 che hanno segnato un calo massimo del 9%, per poi ‘ripiegare’ a -8%, con i futures sulla partenza di tutti i listini del Vecchio continente compreso Milano che si muovono su ribassi simili. I primi scambi, che avverranno nel pomeriggio europeo, dello S&P di New York sono visti in perdita di oltre il 5% e peggio va sui mercati valutari: la sterlina sta lasciando sul terreno oltre il 10% contro il dollaro, mentre la moneta virtuale Bitcoin sale del 5%. Intanto il petrolio è in calo e cede oltre il 6% a 47 dollari per il barile Wti mentre il Brent perde poco meno (il 5,95%) a 47,88 dollari. Corre ovviamente l’oro, considerato il bene rifugio per eccellenza: le sue quotazioni, forti da giorni, salgono del 7,8% ai massimi dal 2008. ‘Questa è la vittoria che significa un nuovo giorno dell’indipendenza per il nostro Paese. E’ l’alba di un Regno Unito indipendente’, ha detto il leader euroscettico dell’Ukip Nigel Farage: ‘E’ arrivato il momento di liberarci da Bruxelles’, ha aggiunto. Il partito laburista dovrebbe chiedere al premier David Cameron di dimettersi, ma ai piani alti del Labour si ritiene che sarebbe inutile, perché lo stesso Cameron potrebbe annunciare le sue dimissioni spontaneamente. Quella che si profila per la Brexit , dice Farage, è una vittoria della gente vera, una vittoria della gente ordinaria, una vittoria della gente per bene. Abbiamo lottato contro le multinazionali, le grandi banche, le bugie, i grandi partiti, la corruzione e l’inganno. Farage, urlando davanti ai suoi fan, ha detto che ‘abbiamo vinto senza sparare un solo proiettile, ma solo combattendo sul territorio’. La vittoria, ha detto, ci farà lavorare tutti insieme e ci farà abbandonare la bandiera dell’Ue e Bruxelles. Il 23 giugno passerà alla storia come Independence Day: ‘Ora potremmo cantare il nostro inno senza che Bruxelles ci dica che è sbagliato’.