‘Bisogna tornare alla Costituzione. La politica, tutta, deve riconquistare la propria sovranità. Oggi i problemi più urgenti sono posti a mio avviso da atteggiamenti dell’Anm non congrui con la rappresentanza di un potere che deve essere terzo. L’Anm deve sostenere le proprie ragioni con modalità che siano conformi al ruolo costituzionale della magistratura. L’Anm rappresenta i magistrati non i cittadini. I titolari della rappresentanza generale stanno in Parlamento, non nei tribunali. I contenuti sono a volte condivisibili. Ma il tono, il costume, avrebbe detto Machiavelli, non è condivisibile. In questo momento l’Anm rischia di far diventare l’intera magistratura controparte del governo. Ma non lo è, e non può esserlo, a pena di far perdere alla magistratura quella credibilità che è il fondamento della sua legittimazione’, le parole di Luciano Violante in un’intervista al Corriere della Sera
I governi – dice l’81enne ex magistrato – subiscono una sindrome di accerchiamento. Era già successo a Renzi, a Conte, a Berlusconi. Prodi criticò, non senza ragione, alcuni interventi della giustizia amministrativa. Fa parte della dinamica politica. Ma la magistratura deve mantenere la propria autorevolezza, non deve cedere al complesso del ring. Rischia di logorare la propria credibilità, magari cedendo alle sirene di parti interessate, che domani sarebbero pronte a voltare le spalle.
Secondo Carlo Nordio ‘nessuno vuole impedire alla magistratura di commentare le leggi sotto il profilo tecnico’. La colpa della politica, per il Guardasigilli, è stata invece quella di ‘inchinarsi’ alla magistratura senza dire: ‘Noi ascoltiamo le vostre opinioni ma alla fine decidiamo noi e solo noi perché abbiamo un mandato che secondo la Costituzione deriva dal popolo’. Nordio sottolinea quindi di rifiutarsi ‘di pensare a magistrati che vogliono interferire nell’azione governativa attraverso azioni giudiziarie. Mi rifiuto di pensare a magistrati che vogliono interferire nell’azione governativa attraverso azioni giudiziarie anche se quando si è provato a fare una riforma della giustizia è sempre stata bloccata con interventi giudiziari’, ha affermato Nordio in un’intervista al quotidiano Libero.
Il Guardasigilli ha poi parlato delle recenti frizioni tra Anm e governo (quando dopo i casi Santanchè e Delmastro parte della magistratura, accusata di essere schierata politicamente, ha risposto di voler solo difendere la Costituzione e di sentirsi delegittimata da governo e ministero). ‘Non mi pare che il presidente del Consiglio abbia pronunciato una sola parola contro la magistratura. Queste reazioni di voler delegittimare i magistrati quando si criticano alcune loro iniziative è quasi una reazione automatica da parte dell’Associazione’, ha spiegato Nordio: ‘Lo hanno fatto anche con me un mese fa. Al che io ho risposto che se i magistrati si arrabbiano quando noi critichiamo il loro operato allora anche i politici hanno ragione di arrabbiarsi quando vengono inquisiti dai magistrati. Nel mio mondo ideale i magistrati non dovrebbero criticare le leggi e politici non dovrebbero criticare le sentenze. Una settimana fa ho incontrato i rappresentanti dell’Anm e Santalucia al ministero. Abbiamo cercato di individuare i punti che ci uniscono che di più di quelli che ci dividono. A noi interessa essenzialmente una giustizia efficiente, rapida ed equa’.
In questo momento storico il governo è travolto dalle polemiche: dalla riforma della giustizia all’indagine su Daniela Santanchè per la gestione delle sue società, per l’inchiesta per presunta violenza sessuale che ha coinvolto il figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa, che nel difenderlo ha accusato la giovane ventiduenne che ha presentato denuncia di essere ‘drogata’ e in cattiva fede. Il sottosegretario alla Presidenza Alfredo Mantovano, ex magistrato, pensa all’avvio di tavoli tematici tra ministri e parti sociali per mettere in agenda, e sui media, temi diversi da quelli che stanno investendo l’esecutivo di Giorgia Meloni.
Daniela Santanchè ha convocato per mercoledì e giovedì una serie di incontri con le principali associazioni e sindacati di categoria ‘per dare corso all’istituzione di un tavolo di confronto afferente al settore del turismo’. “Un modo per cercare di parlare di temi concreti e iniziative da portare avanti a livello legislativo e organizzativo”’ dicono dal ministero del Turismo, sottolineando che ‘non si tratta di una cosa messa su all’improvviso, ma di una indicazione arrivata giorni fa dal sottosegretario Mantovano, ben prima delle polemiche per le vicende societarie della ministra’.
Di certo c’è che dopo Santanchè adesso anche gli altri ministri annunceranno la convocazione di questi tavoli con le parti sociali per proporre poi una serie di norme da portare in Consiglio dei ministri. L’idea del sottosegretario è quella di tenere i piedi ben piantati a terra evitando di farsi travolgere dalle ‘polemiche del giorno’, come le definiscono a Palazzo Chigi. A Palazzo Chigi si rincorrono le voci di una presidente del Consiglio pronta a chiedere un passo indietro a Santanchè per nominare alla guida del ministero del Turismo un uomo di sicura fiducia in Fratelli d’Italia. Il settore è da tempo un feudo meloniano e non sarà ceduto agli alleati.