Violenza donne: meno femminicidi, aumentano altri reati

Si allunga purtroppo il bollettino delle vittime della violenza di genere. La stretta attualita’ porta a 95, ad ora, il numero di donne assassinate in Italia dall’inizio dell’anno. A una media di una vittima ogni tre giorni, come ci dice la recentissima ricerca di Eures, titolo “Femminicidio e violenza di genere”, che fissando un bilancio provvisorio alla data del 31 ottobre scorso segnalava 94 omicidi con vittime femminili: 80 commessi in ambito familiare/affettivo e 60 all’interno di una relazione di coppia. L’ultima vittima in ordine di tempo e’ una 30enne romena nel Palermitano, presunto responsabile l’uomo con cui aveva una relazione. A quanto pare, stando alle prime indagini dei carabinieri della Compagnia di Partinico e coordinate dal procuratore aggiunto della procura di Palermo Annamaria Picozzi, la donna avrebbe minacciato di rivelare tutto alla moglie dell’uomo, il quale avrebbe reagito uccidendola a coltellate e tentato poi di occultare il cadavere nelle campagne tra Balestrate e Partinico. Nel 2018, le donne uccise erano state 142, una in piu’ dell’anno precedente: in termini relativi l’anno scorso le vittime femminili hanno raggiunto il valore piu’ alto mai censito in Italia, attestandosi sul 40,3%, a fronte del 35,6% dell’anno precedente. Dal 2000 a oggi le donne uccise in Italia sono 3.230, di cui 2.355 in ambito familiare e 1.564 per mano del proprio coniuge/partner o ex partner.

Dati contenuti appunto nel Rapporto Eures 2019 su “Femminicidio e violenza di genere” che indica anche come nel 2018 a crescere sono soprattutto i femminicidi commessi in ambito familiare/affettivo (+6,3%, da 112 a 119) – dove si consuma l’85,1% degli eventi con vittime femminili – ma anche le vittime femminili della criminalita’ comune (17 nel 2018 rispetto alle 15 dell’anno precedente); diminuiscono invece gli omicidi maturati nei cosiddetti ambiti “di prossimita’”, ovvero donne uccise da conoscenti, nell’ambito del lavoro o del vicinato (da 13 nel 2017 a 6 nello scorso anno). Anche nel 2018 la percentuale piu’ alta dei femminicidi familiari e’ stata commessa all’interno della coppia, con 78 vittime pari al 65,6% del totale (+16,4% rispetto alle 67 del 2017): in 59 casi (pari al 75,6%) si e’ trattato di coppie “unite” (46 tra coniugi o conviventi) mentre 19 vittime (il 24,4% di quelle familiari) sono state uccise da un ex partner. Stabile o in flessione la presenza di altre figure: le madri uccise scendono da 18 a 14 e le sorelle da 5 a 3, mentre sale il numero di figlie uccise, da 12 a 13. Ma se l’omicidio e’ l’ultima tragica soglia del crescendo di violenza sulle donne, non meno preoccupante e’ il dato relativo alla parte riguardanti i reati di carattere sessuale: Eures ci dice che negli ultimi cinque anni in Italia in proposito le denunce sono in costante aumento: nel 2018 sono state 4.886, il 5,4% in piu’ del 2017 e il 14,8% sul 2014. Di queste quasi 5mila vittime dell’anno scorso, ben 1.132, quasi una su quattro, risultano minorenni; le vittime femminili sono il 92% del totale, in crescita rispetto all’89,9% dell’anno precedente. In aumento anche la componente straniera delle vittime, raggiunge il 26,9% (era del 26,4% nel 2017).

Su questo specifico fronte sono le regioni del Nord a registrare la crescita maggiore del numero di reati denunciati (+8,3% nell’ultimo anno e +22,5% tra il 2014 e il 2018) insieme a quelle del Centro (rispettivamente +8,5% sul 2017 e +15,6% sul 2014) mentre al Sud il fenomeno si presenta sostanzialmente stabile tra il 2014 e il 2018 (+0,3%) ed in leggera flessione nell’ultimo anno (-2,7%). Il Nord concentra il 53,5% delle denunce registrate in Italia nel 2018 (contro il 21,9% del Centro e il 24,6% del Sud) e l’indice di rischio piu’ elevato (9,4 reati ogni 100.000 abitanti) superando la media nazionale (8,1) e i valori del Centro (8,9) e del Sud (5,8). Nel dettaglio, a livello regionale e’ la Liguria, con 11,4 denunce ogni 100.000 abitanti, a presentare il rischio piu’ alto, seguita dall’Emilia-Romagna (10,3), dalla Lombardia (10,2), dalla Toscana (10), dal Trentino Alto Adige (9,8) e dal Lazio (9 denunce ogni 100 mila residenti). Sul fronte opposto, l’indice piu’ basso si riscontra in Basilicata (3,7), seguita dalla Puglia (4,8), dalla Calabria (5,2) e dalla Campania (5,5). In valori assoluti colpisce il dato della Lombardia, dove i reati denunciati nell’ultimo anno superano la soglia delle mille unita’ (1.025): a seguire Lazio (533 denunce), Emilia Romagna (457), Sicilia (369) e Veneto (357). E non meno grave e’ il fenomeno dello stalking, che risulta in crescita costante negli ultimi anni: nel 2018 le denunce sono state 14.871 (+4,4% rispetto all’anno precedente e +19,5% rispetto al 2014). Sempre con riferimento all’anno scorso, le vittime femminili rappresentano il 76,2% del totale (83% in Trentino Alto Adige), in crescita rispetto al 73,9% del 2017. Contenuta la componente dei minori, pari al 3,8% del totale.

L’incremento dei reati denunciati e’ riscontrabile in tutte le macro aree geografiche, con i valori piu’ alti al Sud (+26% tra il 2014 e il 2018 e +3,7% nell’ultimo anno), seguito dal Centro (+18,6% sul 2014 e +1,9% nell’ultimo anno) e dal Nord (+12,7% tra il 2014 e il 2018), dove si riscontra la crescita maggiore del fenomeno nel confronto con l’anno precedente (+6,6%). In termini di composizione percentuale, nel 2018 nel Sud si conta quasi il 44,7% delle denunce registrate in Italia, cosi’ come l’indice di rischio piu’ alto (32 denunce ogni 100.000 abitanti). Il 36,1% delle denunce riguarda invece una regione del Nord, dove l’indice per 100 mila abitanti scende a 19,3, preceduto da quello del Centro (23,7), dove si conta il 19,2% dei reati denunciati. E’ la Sicilia, con 35 denunce ogni 100mila abitanti, a presentare l’indice piu’ alto, con 10 punti di scarto rispetto alla media nazionale (24,6), seguita da Campania (34,4), Calabria (33,8) e Basilicata (30,2) mentre l’indice piu’ basso si riscontra in Valle D’Aosta (15), Veneto (15,1) e Trentino Alto Adige (15,6). In valori assoluti numeri record in Campania, con 2.004 denunce nel 2018 (+9,8% sul 2017), Lombardia (1.945), Sicilia (1.762) e Lazio (1.561). Ci sono poi i maltrattamenti in famiglia: nel 2018 le denunce di maltrattamenti in famiglia sono state 17.453, ovvero l’11,7% in piu” rispetto all’anno precedente e il 31,6% in piu’ rispetto al 2014. Le vittime donne hanno raggiunto l’81,6% del totale, in crescita rispetto all’80% del 2017. A soffrire di piu’ questo genere di reato, volendo fare una classificazione, sono le figure femminili straniere, per loro un indice di rischio tre volte piu’ alto di quello delle italiane. Nel 2018 la percentuale e’ stata del 23,2% (come nel 2017). E a livello regionale la percentuale piu’ alta di vittime straniere si rileva nelle regioni del Centro-Nord, con i valori maggiori in Veneto (35%), Trentino Alto Adige (34,4%) ed Emilia Romagna (33,9%) a fronte di percentuali decisamente piu’ contenute in Campania, Sardegna e Puglia (rispettivamente 8,7%, 9,1% e 9,6%).

Molto significativa e’ la presenza di vittime minori (1.965 in valori assoluti, pari a circa 6 al giorno nel 2018), che rappresentano l’11,1% delle vittime totali, con una crescita del 14% sull’anno precedente. Le denunce risultano in aumento in tutte le macro-aree: nel Centro Italia l’incremento e’ pari a +11,5% sul 2017 ed a +36,4% sul 2014; nel Nord del 10,5% e del 27% sul 2014, nel Meridione risulta pari a +13,1% sul 2017 ed a +34,2% sul 2014. In termini relativi, il Sud (33,3 reati per 100.000 abitanti) registra un rischio superiore alla media nazionale (28,8), presentando uno scarto consistente rispetto a Centro (28,9) e Nord (25,4). Tra le regioni e’ la Sicilia a presentare l’indice piu’ alto, con 37 denunce ogni 100.000 abitanti, seguita dalla Campania (36,6), dal Molise (33,6), dal Lazio (31,9), dalla Sardegna (31,7) e dalla Calabria (31,2) mentre l’indice piu’ basso si riscontra in Veneto (17,4) e nelle Marche (18,4). In valori assoluti il dato piu’ consistente riguarda Lombardia e Campania, dove i reati denunciati nel 2018 superano le 2mila unita’: rispettivamente 2.807 (+8% sul 2017) e 2.132 (+24,2%). A seguire, Lazio e Sicilia (con 1.880 e 1.870 denunce). Visti cosi’ sembrano solo numeri, statistiche che si ripropongono ciclicamente o in occasioni mirate, come la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne che ogni anno si celebra il 25 novembre. In realta’ sono la fotografia tragica di un dramma vissuto ogni giorno dalle donne e su cui la societa’ civile, nelle sue diverse espressioni e titolarita’, e’ chiamata ancora ad interrogarsi deve fare i conti.

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