Virgin Atlantic dichiara bancarotta: addio al colosso dei cieli piegato dal Covid

Il Covid piega anche il colosso dei cieli Virgin Atlantic. La società ha presentato istanza di fallimento negli Stati Uniti dopo che l’industria aeronautica mondiale è stata duramente colpita dalla pandemia, situazione che sta portando gli Usa a valutare una partnership pubblico-privato per rilanciare il settore.

L’International Air Transport Association ha avvertito a giugno che la crisi causerà solo quest’anno perdite di oltre 84 miliardi di dollari (70 miliardi di euro).

Virgin si appella al Chapter 15

Virgin Atlantic è la seconda compagnia aerea a marchio Virgin a lottare per la sopravvivenza quest’anno: ad aprile, Virgin Australia è entrata in amministrazione volontaria, diventando la prima grande vittima economica australiana della pandemia. La compagnia aerea britannica ha fatto ricorso al cosiddetto Chapter 15 del codice fallimentare statunitense, che consente a un debitore straniero di proteggere le attività nel Paese.

Il tribunale fallimentare statunitense del Virgin Atlantic ha dichiarato di aver negoziato un accordo con le parti interessate “per una ricapitalizzazione consensuale” che eliminerà il debito dal suo bilancio e “lo posizionerà immediatamente per una crescita sostenibile a lungo termine”.

Il piano di rilancio

La mossa arriva meno di un mese dopo che la società ha dichiarato di aver concordato un accordo di salvataggio del valore di 1,2 miliardi di sterline (1,35 miliardi di euro) per garantire il proprio futuro oltre la crisi Covid. La Virgin di Richard Branson ha deciso di iniettare il corrispettivo di 221 milioni di euro con fondi aggiuntivi forniti da investitori e creditori. Il miliardario capo ha respinto invece una richiesta di denaro del governo britannico, lanciando la compagnia aerea in corsa contro il tempo per assicurarsi nuovi investimenti.

Le conseguenze sui lavoratori

A maggio, Virgin Atlantic, che è controllata al 51% da Virgin Group e al 49% dalla compagnia aerea statunitense Delta, ha annunciato che avrebbe tagliato più di 3mila posti di lavoro nel Regno Unito e chiuso le sue operazioni all’aeroporto di Gatwick.

Nel frattempo, il nuovo proprietario di Virgin Australia, il gruppo di private equity statunitense Bain Capital, ha dichiarato che taglierà 3mila posti di lavoro, circa un terzo dei dipendenti della compagnia aerea.

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