La Società Italiana di Microbiologia (SIM), la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT) e la Società Italiana di Immunologia, Immunologia Clinica e Allergologia (SIICA), hanno espresso il proprio dissenso riguardo a quanto espresso nel corso della trasmissione televisiva di Rai 2 ‘Virus’ del 12 maggio 2016, in cui, sulla base di dati inesistenti e tesi prive di ogni fondamento scientifico, sono state diffuse informazioni errate su un tema di vitale importanza, come quello dei vaccini. Crediamo che sia compito della Comunità Scientifica, dichiara il Prof. Massimo Andreoni, Ordinario di malattie Infettive della facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli studi di Roma ‘Tor Vergata’, nonché Presidente uscente SIMIT, Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali, quello di divulgare in modo diretto e chiaro dati e risultati scientifici e, laddove necessario, adoperarsi per rispondere nel merito a dubbi e domande che potrebbero indurre un comportamento critico del cittadino nei confronti del Sistema Salute. Riteniamo allo stesso tempo che, nel pieno rispetto della libertà di stampa e di informazione, il servizio pubblico abbia la responsabilità di offrire una comunicazione di qualità a chi ascolta, fornendo informazioni attendibili, verificabili e trasparenti e che, anche nel confronto fra idee diverse, faccia la dovuta attenzione a non lasciare spazio solo a condizionamenti emotivi e non mettere sullo stesso piano chi sostiene fatti dimostrabili, rispetto a chi è portatore di singoli punti di vista. Dunque, anche alla luce dell’evidente calo della copertura vaccinale nel nostro Paese, quando si parla di temi di tale impatto sulla salute pubblica, diventa essenziale rivolgersi esclusivamente a fonti e personaggi attendibili, che non diffondano giudizi fondati su spiegazioni aneddotiche e su base ideologica, che non hanno nulla a che vedere con la scienza. La SIM, la SIMIT e la SIICA ritengono che le vaccinazioni siano lo strumento preventivo più efficace a disposizione della Sanità Pubblica, e promuoverne la diffusione grazie ad una maggiore conoscenza è doveroso, anche attraverso una più stretta collaborazione tra mondo scientifico e mondo della comunicazione, affinché tutti possano condividerne la validità nell’ambito della propria rete sociale. Nella trasmissione si è dato circa tre volte più spazio a teorie non dimostrate (tra interventi in studio, collegamenti esterni e servizi registrati) rispetto a chi era stato invitato a portare la voce della scienza o esperienze personali a favore delle vaccinazioni. L’unica verità è che le vaccinazioni sono uno degli strumenti più efficaci messo a disposizione dalla scienza con esempi fin troppo evidenti: il vaiolo provocava ogni anno 5 milioni di morti ed è scomparso; oggi abbiamo 2,5 milioni di morti in meno ogni anno per malattie prevenute dai vaccini; non vediamo più persone morte o paralizzate a causa della poliomielite; tutto questo, e molto altro, è dovuto alle elevate coperture vaccinali che abbiamo ottenuto storicamente a livello internazionale e nazionale con molto impegno, ma che ora sono messe a repentaglio anche da una sistematica disinformazione. Chi è destinato a subire maggiormente le scelte egoistiche e ideologiche di chi non vaccina i figli senza alcun motivo sono proprio i più deboli della società, cioè quei pochissimi bambini le cui condizioni mediche davvero controindicano alcuni vaccini vivi e attenuati, e che rischiano la vita per l’altrui irresponsabilità. In conclusione, in questo articolo abbiamo citato l’ultimo di una serie di episodi che aprono preoccupanti interrogativi su come nelle redazioni giornalistiche si confonda troppo spesso il legittimo e opportuno confronto di opinioni con il dovere di fornire informazioni corrette per il bene degli individui e delle collettività.
Cocis