Virus. Novelli: Una piattaforma di peptidi per creare vaccini e farmaci contro il Covid-19

Peptidi per produrre nuovi farmaci, anticorpi monoclonali di terza generazione e anche vaccini di più facile gestione logistica e somministrazione contro il Covid-10. Una ‘piattaforma’ che potrebbe rivoluzionare la medicina moderna. Non si ferma la ricerca medica nella ‘scoperta’ di nuove armi per combattere il coronavirus e fornire strumenti di difesa contro altre malattie o patologie. E anche questa volta la firma è tutta italiana grazie al lavoro di un team di ricerca composto da scienziati italiani, rispettivamente dell’Università di Roma Tor Vergata -Michela Murdocca, Giuseppe NoveIIi e altri, l’Università della Magna Graecia di Catanzaro -Laboratorio del professore Stefano Alcaro-, l’IFO-Istituti Fisioterapici Ospedalieri e il CNR  di Roma, in collaborazione con l’Università di Sachdev Sidhu, dell’Università di Toronto e il professore Pier Paolo Pandolfi del Renown Health negli USA.

“I peptidi – dice il professor Giuseppe NoveIIi, Direttore della UOC di Genetica Medica del Policlinico Universitario di Tor Vergata –agiscono come farmaci specifici con minore tossicità e limitati effetti collaterali. Ci sono attualmente più di 400 farmaci a base di peptidi in sviluppo clinico, e oltre 60  già approvati per l’uso clinico. Essi sono anche importanti per sviluppare nuovi vaccini e anticorpi monoclonali e portrebbero costituire una nuova classe di farmaci contro SAHS- CoV-2. Però  – spiega il genetista – è la piattaforma il risultato più grandioso del team. Costruita fra il laboratorio di Genetica medica di Tor Vergata e il Laboratorio di Farmaceutica informatica del professore Stefano Alcaro dell’ateneo Magna Graecia di Catanzaro, è stata resa disponibile senza brevettare nulla, perché altri gruppi di ricerca nel mondo, in tempo di pandemia, possano fare altre ricerche con i peptidi scoperti da noi per combattere il Covid. In India o in Africa magari possono investire su questo, impiegando una tecnologia che consente di sviluppare più facilmente un vaccino anti-Covid, con costi limitati e somministrabile anche per vie meno traumatiche quali l’aerosol o l’assorbimento via mucosa subIinguale, già utilizzata per i vaccini pediatrici. E’ fondamentale sviluppare una biblioteca terapeutica di peptidi sintetici da cui si potranno derivare e abbinare peptidi diversi per creare prodotti farmaceutici altamente mirati. Ma come accade per gli anticorpi monoclonali – continua Novelli – occorre che le case farmaceutiche si facciano avanti per lo sviluppo industriale”.

La Ricerca è stata ‘prodotta’ attraverso l’identificazione di una quindicina di peptidi in grado di inibire l’ingresso del virus nelle cellule deIl’ospite. I peptidi terapeutici sono agenti biologicamente attivi derivati da proteine presenti in natura o sintetizzati utilizzando modelli bioinformatici di proteine naturali. All’Università di Catanzaro hanno studiato i peptidi identificati a Tor Vergata, osservando al computer che due o tre erano i migliori da utilizzare contro il virus. “L’ausilio di tecnologie innovative e di bioinformatica adottate nella piattaforma permette di accelerare  l’identificazione di nuove molecole target attivi contro i ricettori vitali come i peptidi individuati in questo studio che potranno diventare nuovi farmaci della terapia anti SAHS- CoV-8”, aggiunge il professor Stefano Alcaro. Sulla base del lavoro dei ricercatori di Catanzaro il laboratorio di Genetica medica di Roma ha “costruito” i peptidi, sperimentandoli sia su cellule infettate con il virus e verificando che bloccano l’ingresso del virus, sia su cavie animali. In questo caso, spiega NoveIIi, “i due peptidi sono usati come vaccini, ottenendo la conferma che sono in grado di far produrre anticorpi contro la proteina Spike. Oltre all’uso come vaccini si possono cercare peptidi anche per sviluppare nuovi monoclonali di terza generazione. I farmaci peptidici terapeutici hanno un’alta specificità per i recettori previsti, creano profili di effetti collaterali significativamente più bassi rispetto agli approcci più tradizionali al trattamento. L’elevata specificità riduce anche la possibilità di pericolose interazioni farmaco-farmaco”. Questo studio sul COVID-19 condotto dal team di ricerca è stato pubblicato on line sulla rivista internazionale VIRUSES ed è stato realizzato grazie ai finanziamenti della Fondazione Roma e del Ministero Università e Ricerca.

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