Consentire, nei Paesi colpiti dal virus Zika, l’aborto e la contraccezione. E’ l’appello dell’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Zeid Ra’ad Al Hussein, che sta rimbalzando sui media internazionali. Le leggi e le politiche che limitano l’accesso a questi servizi dovrebbero essere urgentemente riesaminate in conformità con i diritti umani, al fine di garantire, in pratica, il diritto alla salute per tutti, ha dichiarato il commissario. Il virus Zika, infatti, è sospettato di provocare microcefalia nei feti delle donne contagiate nel corso della gravidanza. La richiesta ai governi è di cambiare le leggi che limitano aborto e contraccezione, in considerazione dei rischi legati all’emergenza. ‘Come possono chiedere a queste donne di non rimanere incinte e non offrire anche la possibilità, se lo desiderano, di interrompere una gravidanza?’, ha detto il portavoce del commissario delle Nazioni Unite, Cecile Pouilly, riferendosi a Paesi come El Salvador che considerano reato l’aborto. L’interruzione di gravidanza è consentita solo in casi limitati, come rischio di morte per la madre e stupro, in Brasile, dove i casi di bambini nati con microcefalia sono aumentati in maniera esponenziale dopo l’epidemia di Zika, con 4mila bambini nati con la grave malformazione negli ultimi 4 mesi. Dopo l’appello di Zeid Ra’ad Al Hussein, interviene sul tema l’Organizzazione mondiale della sanità. L’Oms, sottolinea un portavoce dell’agenzia ginevrina all’AdnKronos Salute, enfatizza l’importanza del diritto alla salute. Privare le donne dell’accesso a un’assistenza alla salute sessuale e riproduttiva e ai servizi sanitari è una violazione dei diritti umani. In Italia, dall’inizio del 2016 sono tre i casi di persone colpite dal virus Zika in Veneto, uno a Treviso, gli altri a Padova e Vicenza. Si tratta di persone rientrate da viaggi in alcuni dei Paesi dove l’infezione è più diffusa, Sudamerica e Caraibi. Lo rende noto l’assessore alla Sanità Luca Coletto, che oggi ha fatto il punto sulla situazione: ‘Non c’è motivo di allarme perché Zika è monitorato in Veneto dal 2010, con Chijkungunya e Dengue, sia negli umani che nelle zanzare che ne sono i vettori, poi perché, se si presenta, siamo in grado di curarlo efficacemente’. Dei tre casi, uno riguardava una donna venezuelana rientrata dal Paese d’origine, già guarita e dimessa dall’ospedale di Treviso. Gli altri due sono invece quelli di persone, probabilmente turisti, rientrati da poco da viaggi a Santo Domingo e in Martinica. I pazienti, in cura presso gli ospedali di Vicenza e Padova, sono entrambi in via di guarigione. Le precauzioni, cominciando ad informarsi bene prima di fare un viaggio nelle aree di maggior diffusione, ha aggiunto Coletto, sono invece necessarie e sono bene indicate nel documento emesso il 23 dicembre 2015 dal Comitato Europeo per la Sicurezza Sanitaria che riguardano in particolare i viaggiatori con disturbi del sistema immunitario, le donne in gravidanza, i bambini piccoli. Per quanto riguarda l’estate, stagione nella quale le zanzare proliferano, i tecnici della Regione hanno già incontrato i referenti dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie per organizzare le attività di sorveglianza entomologica 2016 e a breve si terrà l’incontro con i referenti delle diverse Reti di Sorveglianza (Malattie Infettive, Laboratori di Microbiologia, Servizi Igiene e Sanità Pubblica).
Riprova
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