Visibilia, Dimitri Kunz alla dipendente: ‘Se parli con l’Inps metti tutti nei casini’

Dimitri Kunz, il compagno di Daniela Santanchè, è stato registrato a sua insaputa il 12 novembre 2021 mentre parlava della Cassa Integrazione Covid per Visibilia. E diceva che l’azienda non poteva certo restituire i soldi all’Inps. La registrazione l’ha effettuata Federica Bottiglione, la dipendente in Cig che ha portato la società davanti al giudice del lavoro a Roma. Ma la perizia giurata delle trascrizioni è confluito negli atti della Guardia di Finanza allegato al parere della procura di Milano sull’azione di responsabilità per i nuovi amministratori. In totale i dipendenti messi in Cig sarebbero 13. E Kunz a Bottiglione diceva: «Federica scusami … adesso, è chiaro che non è che possiamo renderli all’Inps perché sarebbe come ammettere … non lo puoi fare, sennò metti nei casini tutti».

L’informativa della Gdf

L’informativa della Gdf si trova adesso nelle carte della causa civile intentata dai soci di minoranza contro Visibilia Editore. Si indaga per truffa ai danni dello Stato, ipotizzando che gli amministratori di Visibilia, tra cui Kunz (indagato con Santanchè ed altri nel filone sul falso in bilancio e la bancarotta), fossero «consapevoli» del sistema. Ovvero quello della Cig incassata mentre i dipendenti continuavano a lavorare. Nell’annotazione degli investigatori sono riportate quelle conversazioni di quasi due anni fa. All’epoca Bottiglione aveva deciso di rivolgersi ad un Caf. «Adesso noi ti tiriamo fuori dalla cosa e fine, finisce lì», le diceva Kunz. E Bottiglione: «Non me ne importa nulla, io voglio stare a posto». Kunz: «L’unico modo per essere a posto è non fare casino (…) perché se fai casino, fai un macello (…) se ti autodenunci e poi dopo anche l’azienda, anche noi dobbiamo difenderci. Cioè, poi dopo ci mettiamo l’uno contro l’altro in maniera sbagliata».

La conversazione registrata

E ancora: «Te ti sei messa in regola eh … però magari hai messo in difficoltà l’azienda, cosa che invece bastava ne parlassi con noi». Bottiglione, invece, diceva di aver «vissuto nell’inconsapevolezza della mia situazione». La Stampa spiega  che secondo gli accertamenti dell’ufficio vigilanza dell’Inps i lavoratori in Cig sarebbero 13 tra Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria. L’importo complessivo di fondi erogati all’azienda ammonta a 126.468 euro per un totale di 12mila ore di Cassa. Domani l’udienza deciderà sulla richiesta dei soci di minoranza di chiedere una nuova ispezione della società e l’estensione dell’azione di responsabilità ai nuovi amministratori. Tra cui c’era Luca Ruffino, poi morto suicida. Dopo la conversazione con Bottiglione Kunz ha chiesto a Paolo Giuseppe Concordia, responsabile della tesoreria del gruppo, di mettere a posto la situazione.

L’ammissione di colpa

Mentre a Bottiglione aveva spiegato di non poter disporre la restituzione all’Inps di quanto percepito perché questo avrebbe comportato un’ammissione di colpa da parte dell’azienda. In una telefonata successiva con Concordia invece Bottiglione fa presente che mentre era in cassa ha ricevuto bonifici dell’azienda mascherati da rimborsi spesa chilometrici nonostante il lockdown. «… Che hai lavorato, lo sappiamo io, noi e te. L’Inps non sa che tu hai lavorato, l’Inps…», è la replica riportata dal quotidiano. Il faro degli inquirenti, come si legge negli atti, è puntato su altri sette dipendenti (sei dei quali di Visibilia Concessionaria) che hanno usufruito della Cig. Nel fascicolo con l’ipotesi di truffa ai danni dello Stato – uno dei tanti aperti nell’affaire Visibilia – i pm stanno verificando quale cassa sia stata applicata, tra il 2020 e il 2022, e se anche gli altri sette o più fossero al lavoro quando la società incassava l’ammortizzatore sociale.

Cosa dice l’Inps

Il 6 settembre l’Inps ha comunicato che «non risultano regolarizzazioni» sulla Cig. Intanto una nuova relazione del consulente dei pm, il professore Nicola Pecchiari, ha ricostruito come pure nell’ultimo bilancio di Visibilia Editore, quello del 2022, siano rappresentate «gravi irregolarità». Si potrebbe allargare, dunque, l’elenco degli indagati per falso in bilancio, tra cui oggi figurano Santanchè (non ha più quote o incarichi dal 2022 ed è indagata anche per bancarotta) e altri cinque, tra cui Dimitri Kunz. I pm mettono in luce, poi, che Visibilia Editore solo il 30 agosto, dopo un intervento Consob, ha indicato «l’avvenuto cambiamento sostanziale del capitale sociale», pur sapendo che era mutato almeno dal 4 agosto, dal giorno prima della morte di Ruffino, che con la sua Sif aveva superato il 73%.

I debiti

Tra i tanti punti toccati anche il fatto che Santanchè si sia accollata “debiti” nei rapporti tra società della galassia Visibilia. Senza però che le siano state richieste da parte del Gruppo garanzie reali né tantomeno fideiussorie. E se i soci di minoranza hanno chiesto al Tribunale civile l’ispezione sulla società e il commissariamento, la Procura vuole anche «l’estensione dell’azione di responsabilità» a carico degli attuali amministratori. Dopo l’udienza fissata per oggi la parola passerà al giudice.

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