Fino al 20 marzo va in scena al teatro Vittoria di Roma “Museo Pasolini”, scritto e diretto da Ascanio Celestini.
Un museo raccontato a ritmo incalzante, ripercorrendo le tappe della vita del Poeta in parallelo con quelle della storia del nostro Paese, a partire dal 1922, anno di nascita di Pier Paolo Pasolini e anno della salita al potere del partito fascista in Italia.
Le due storie scorrono quasi parallele, a volte allontanandosi per poi ricongiungersi. Alcune delle tappe di questa visita guidata nel museo, del quale Ascanio Celestini è fondatore, custode e guida, sono: L’avvento del fascismo, l’attentato a Mussolini, la guerra, l’otto settembre, i partigiani, il dopoguerra, la strategia della tensione, il golpe borghese.
Cinque gli oggetti custoditi nel museo: la prima poesia scritta nel 1929 da Pasolini, il cimitero di Casarsa del Friuli dove è sepolto vicino alla madre, l’innocenza perduta nel 1956 dal partito comunista, quando l’Unione Sovietica invade l’Ungheria, la borsa di similpelle che conteneva la bomba di piazza Fontana, ed infine l’ultimo oggetto è il corpo di Pasolini.
Un racconto avvincente che fa comprendere come ogni avvenimento del nostro ‘900 sia conseguenza di quelli che lo hanno preceduto, tutto ha un senso e tutto è collegato, in questa storia che dalla nascita di Pasolini ci conduce fino al 1975, anno della morte del Poeta, definendolo il 53° anno dell’Era Fascista.
Nel complesso un viaggio serio e divertente, impegnato e leggero, comunque godibile durante l’intero percorso, sia che si voglia riflettere sugli avvenimenti sia che ci si voglia divertire.
Barbara Lalle