Visite fiscali, cambia tutto. Arriva la penalità: Fino a 2000 euro in meno dallo stipendio

Visite fiscali, cambia tutto. Arriva la penalità: Fino a 2000 euro in meno dallo stipendio

Dopo i furbetti del cartellino arrivano i malati immaginari e la scure dell’Asur è pronta ad abbattersi su di loro per punirli in nome della legge.

Per combattere il fenomeno delle assenze ingiustificate sarà applicato a norme di legge, il provvedimento secondo cui se il medico fiscale non trova il “malato” in casa è possibile decurtare dallo stipendio la somma dei giorni giorni di malattia presi.

È accaduto a un medico dell’Area Vasta cinque che era stato trovato assente durante la visita fiscale, tanto che gli sono stati decurtati 2.019 euro dallo stipendio, pari a 10 giorni di lavoro. La determina dirigenziale da parte dell’AV5 è stata emessa lo scorso 24 aprile.

Assenza visita fiscale, cosa si rischia? Le regole

I lavoratori assenti per malattia hanno l’obbligo di essere reperibili negli orari delle visite fiscali. Nel dettaglio, sia i lavoratori del comparto pubblico che privato – per i quali le visite fiscali dopo la riforma Madia sono di competenza del Polo Unico INPS – devono farsi trovare al domicilio indicato nel certificato negli orari previsti, così da essere a disposizione del medico inviato dall’Istituto per l’accertamento dello stato di malattia.

L’obbligo di reperibilità vale per tutti i giorni della settimana – anche nei festivi e nelle domeniche se compresi nel periodo di assenza dal lavoro – e nelle seguenti fasce orarie: 9-13 e 15-18 per i dipendenti del pubblico impiego, 10-12 e 17-19 per quelli del settore privato. Inoltre, così come disposto dal Decreto Madia, le visite fiscali possono essere anche ripetuto nello stesso periodo di malattia.

Rispettare l’obbligo di reperibilità è di fondamentale importanza per il lavoratore, poiché in caso di assenza alla visita fiscale scattano delle sanzioni severe. Nel dettaglio, in caso di mancata reperibilità il lavoratore perde il diritto all’indennità di malattia per i primi 10 giorni di assenza; dal 10° giorno, in poi, invece, questa viene dimezzata. Dalla data della terza assenza alla visita di controllo non giustificata, si perde il diritto all’intera indennità per tutto il periodo della malattia.

Tuttavia il dipendente anche in caso di assenza può evitare la sanzione dimostrando, entro 15 giorni, che rientrava in uno dei casi di esenzione riconosciuti dalla legge. Ad esempio, è considerato motivo di esenzione il doversi sottoporre ad una terapia salvavita o a degli accertamenti specialistici, oppure il doversi recare in farmacia (qualora non ci sia nessuno a farlo per conto vostro).

Concludiamo ricordando che le sanzioni possono essere ancora più severe in caso di assenza reiterata; in relazione alla gravità del caso, infatti, il mancato rispetto in più di un’occasione dell’obbligo di reperibilità può portare al licenziamento per giusta causa del lavoratore.

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