La vitamina D ha dimostrato la sua efficacia su molte malattie, tra cui malattie cardiache e il diabete, e può anche ridurre il dolore cronico. E quando si tratta di cancro, la vitamina D è il suo peggior nemico! Le teorie che collegano la carenza di vitamina D al cancro sono stati testate e confermate in più di 200 studi epidemiologici, e la comprensione della sua base fisiologica nasce da più di 2.500 studi di laboratorio.
La vitamina D riduce del 77% il rischio di ogni tipo di cancro
Uno studio particolarmente degno di nota è stato completato da Joan Lappe e Robert Heaney, nel 2007. Un gruppo di donne in menopausa ha assunto un integratore di vitamina D per raggiungere i livelli ematici di 40 ng/ml. I risultati hanno mostrato che queste donne hanno avuto una riduzione del 77% in termini di incidenza di tutti i tipi di tumori dopo soli quattro anni. 40 ng/ml di vitamina D è un livello relativamente medio, il livello ottimale di vitamina D è da 50 a 100 ng/ml. Ottenere tali risultati con soli 40 ng/ml sottolinea quanto sia potente e importante la vitamina D per il funzionamento ottimale del vostro corpo.
Il Dr. Cedric F. Garland della University of California di San Diego è l’epidemiologo che ha collegato la carenza di vitamina D al cancro. Secondo Garland, in quasi tutte le forme di cancro al seno, la vitamina D influisce sulla struttura delle cellule epiteliali. Queste cellule sono tenute insieme da una sostanza simile a colla chiamata E-caderina, che fornisce la struttura alla cellula. L’E-caderina è costituita principalmente da vitamina D e calcio.
Se non si dispone di adeguate dosi di vitamina D, la struttura si sfascia e quelle cellule fanno ciò che sono programmate di fare per sopravvivere – vanno avanti e si moltiplicano. Se questo processo di crescita (proliferazione cellulare) va fuori controllo, si può trasformare in cancro.
Se il cancro al seno è in corso, l’aggiunta di vitamina D può aiutare a far regredire le cellule tumorali agendo sull’E-caderina. Una volta rallentata la crescita del cancro, il sistema immunitario può cominciare a smaltire gli avanzi delle cellule tumorali.
L’ottimizzazione della vitamina D riduce il rischio di parto prematuro del 50%
Il fattore più importante è il vostro livello ematico di vitamina D. Non importa quanto tempo passiate al sole, o quanta vitamina D3 assumiate: se il livello è basso, allora sei a rischio. L’unico modo per determinare il livello di vitamina D è quello di fare gli esami del sangue su base regolare. Il valore da analizzare si chiama 25(OH)D.
Si consiglia di verificare il livello ogni 3-6 mesi, perché ci vogliono almeno tre mesi prima che si stabilizzi dopo un cambiamento di esposizione al sole o dopo la supplementazione.
La maggior parte delle persone hanno un livello di vitamina D inferiore a 30 ng/ml che è un valore basso.
Il modo migliore per ottimizzare il livello di vitamina D è attraverso l’esposizione al sole che elimina virtualmente il rischio di sovradosaggio. Come guida molto generale, è necessario esporre circa il 40 per cento di tutto il corpo al sole per circa 20 minuti tra le ore 10 e le 14 del pomeriggio, quando il sole è allo zenit. Sembra che non ci sia alcun rischio di tossicità dalla vitamina D proveniente da esposizione ai raggi ultravioletti B.
Se stai usando un integratore orale, studi recenti suggeriscono che gli adulti hanno bisogno di circa 8.000 UI di vitamina D3 per via orale giornalmente, al fine di ottenere livelli sierici al di sopra del 40 ng/ml. Tuttavia, ricordate che se assumete per via orale vitamina D, è anche necessario aumentare la vostra vitamina K2, sia attraverso le scelte alimentari che tramite supplemento. L’Istituto di Medicina Conservativa ha concluso che l’assunzione fino a 10.000 UI al giorno non ha alcun rischio di effetti avversi.
Il ruolo della vitamina D nella prevenzione delle malattie
Prove sempre più numerose dimostrano che la vitamina D svolge un ruolo fondamentale nella prevenzione delle malattie e nel mantenimento di una salute ottimale. Ci sono circa 30.000 geni nel nostro corpo, e la vitamina D ne influenza 3.000, così come i recettori della vitamina D si trovano in tutto il corpo.
Moreno Manzi