Domenica 30 giugno, sul Giornale, Vittorio Feltri ha scritto un editoriale criticando Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, reo di aver “tagliato fuori” Giorgia Meloni con “l’inciucio” su Ursula Von der Leyen. Immediata la reazione del partito azzurro, da cui sono partiti gli attacchi. Tra i principali, quelli di Maurizio Gasparri e Paolo Barelli, rispettivamente capigruppo FI al Senato e alla Camera. Vittorio Feltri, però, ha controreplicato senza mezze misure, insultando tutti, da Tajani in giù.
Vittorio Feltri, intervistato dal Fatto Quotidiano, martedì 2 luglio ha spiegato di non essere stato contattato da nessuno, in privato, dopo l’editoriale: “Non li conosco, non ho rapporti con loro. Tajani ha lavorato al Giornale una trentina d’anni fa, io ero il direttore, ma non abbiamo mai avuto una frequentazione. Era un anonimo giornalista. Un pistola qualsiasi”. Feltri comunque lo riabilita – in parte – come segretario di Forza Italia: “Gli va dato atto che dopo la morte di Berlusconi non si è comportato male, se non altro ha tenuto in piedi la baracca. Semplicemente non sono d’accordo su come si è comportato a Bruxelles sulla questione Von der Leyen. Può capitare, ma non capisco perché mi hanno insultato. Non gli ho mica dato del cornuto, c****”.
Tra gli attacchi ricevuti da Feltri dopo l’editoriale non è mancato quello di Maurizio Gasparri, che il giornalista definisce “il più pirla di tutti. Io non volevo proprio litigare con nessuno, mi sono permesso di esprimere la mia opinione e in cambio sono stato insultato. Io su questa storia ho fatto un tweet, ma non ho tanta dimestichezza con i social e queste robe, mi è successo di scrivere sgagnozzi invece che scagnozzi. Un semplice refuso. Lui è intervenuto per correggermi e prendermi per il c***. Complimenti, Gasparri, hai un futuro come correttore di bozze. Ma chi è Gasparri? Non è un c****”.
Paolo Barelli, capogruppo alla Camera di Forza Italia, aveva attribuito a Feltri “una senile confusione di idee lontana dalla realtà”. Così Vittorio Feltri: “Non so chi sia, ma questo è il loro atteggiamento: fanno razzismo sui vecchi. È molto ironico: il loro leader se lo sono tenuto fino alla veneranda età di 86 anni e nessuno ha mai osato dirgli nulla. Giustamente, perché li avrebbe cacciati a calci nel c***”.
Chi ha preso le distanze dall’editoriale di Vittorio Feltri è stato Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, a cui Feltri stesso ha replicato così: “Vabbè, Sallusti lo conosciamo. Non è certo un cuor di leone. Faccia quello che vuole, io me ne sbatto i c*******. Non ho problemi ad addormentarmi la notte se qualcuno si lamenta di quello che scrivo. E non ho nessuna stima di questi politichetti del c****”.
Vittorio Feltri ha poi criticato anche l’outfit di Ilaria Salis al Parlamento europeo, scrivendo “è vestita come una cameriera di Catanzaro”. Sul tema è intervenuto il sindaco del capoluogo calabrese, stizzito. A lui, il giornalista ha risposto così: “Non ha di meglio da fare? Una volta si parlava delle massaie di Voghera, non mi risulta che a Voghera si sia mai offeso nessuno. Sono cambiati i tempi”.
Vittorio Feltri ha commentato anche la foto di Carola Rackete, con le gambe non depilate: “Ma sì, era una semplice constatazione, mica una critica. Sembrano le gambe di un terzino della Spal. A me cosa dovrebbe fregarne, poi? Mica me la devo sposare. E nemmeno sc*****… non credo che sarei in grado”.