Una lettrice chiede a Vittorio Feltri il suo punto di vista del caso Elkann, del gruppo Gedi e del cambio della guardia Molinari- Orfeo. Feltri parte dalla crisi editoriale del Gruppo, del forte calo di copie vendute e dei guai economici, poi risponde nel concreto: “Posso dirti – scrive alla lettrice nella sua rubrica sul Giornale- che per nessun quotidiano oggigiorno è facile stare a galla. Ma, nel caso di Repubblica, sembra che chi la dirige faccia, o abbia fatto, di tutto per farla affondare. Trionfa una maniera di porsi nei confronti del lettore, del cittadino, dell’elettore che è sfacciatamente giudicante. I giornali non dovrebbero farci la morale, bensì dovrebbero raccontare i fatti. Lasciando al giornalista anche la possibilità sacrosanta di commentare la notizia, di metterci del suo. Tuttavia guardandosi bene dal porsi diversi gradini al di sopra del lettore; o pretendendo di essere depositario di verità assolute. C’è questo accanimento nei confronti di una premier, Giorgia Meloni, che gode di fiducia, stima e rispetto da parte degli italiani. Ma la quale si pretende di dipingere come un mostro. Il fascismo al potere, l’autoritarismo della presidente del Consiglio, il presunto isolamento internazionale e varie fake news. E’ troppo: Il lettore ne è disgustato. Io penso che l’unica operazione buona ed efficace dal punto di vista economico Repubblica l’abbia realizzata quando ha preso di mira il generale Vannacci. Determinando il successo del suo libro: un libricino piuttosto modesto, ammettiamolo, ma che, grazie alla pubblicità e alle critiche cariche di livore e ideologismo tessute dal quotidiano di Elkann, ha generato un record assoluto di vendite. Vannacci, è divenuto popolare e amato in seguito alle pessime recensioni di Repubblica. Cosa vuol dire tutto questo? Vuol dire che Repubblica non gode di credibilità se, allorché critica qualcuno, quel qualcuno viene apprezzato; e, allorché demolisce qualcosa, quel qualcosa viene acquistato. Non sarà questo cambiamento ai vertici di Gedi a rimettere a posto tutto. Bastasse così poco…”.
Si dice che Orfeo sia un moderato: peccato che non lo siano i giornalisti di Repubblica, che stanno più a sinistra della sinistra radicale.